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L'unione sarda. Scomparsa nel nulla. Uccisa?

L'angoscia di marito e figli: qualcuno ce l'ha portata via

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OROSEI L'ipotesi degli inquirenti è sempre quella: allontanamento volontario. Irene Cristinzio, scomparsa l'11 luglio senza lasciare traccia, ha voluto lasciare Orosei e la sua famiglia. Ma i magistrati non escludono le eventualità più agghiaccianti. Neppure che l'ex insegnante molisana, 64 anni, sposata a Orosei, sia stata portata via e uccisa.
L'ANGOSCIA I familiari della donna e un'intera comunità sperano di riabbracciarla, vivono nell'angoscia e non ne fanno mistero. Vanno dove li porta il cuore. I pensieri dei tre figli da quaranta giorni senza mamma sembrano seguire le ragioni dell'affetto, dell'amore verso quel genitore che li ha riempiti di attenzioni per quarant'anni. Premurosa e attenta, anche la sera prima della sua scomparsa, quando programmava la giornata con la figlia Nicoletta Nanni, avvocato con studio a Olbia, che le avrebbe portato per qualche giorno il nipotino di tre anni con tutta la sua gioia. Pensava, Irene, di riunire i figli Salvatore e Gabriele e il marito Antonino Nanni intorno a un tavolo, così come avevano sempre fatto. Nelle belle occasioni ma anche nelle difficoltà. Ieri, nella bella villa di via Nurache, la famiglia Nanni era quasi al completo. Mancava solo lei. Ma di Irene Cristinzio, insegnante di Lettere, in pensione da appena quattro anni, si sono perse le tracce dall'11 luglio. Sparita nel nulla. Scomparsa. Senza un minimo indizio che possa segnare una pista.
«CE L'HANNO PORTATA VIA» Un mistero? Forse sì. Ma i familiari della donna provano a dare delle spiegazioni a questa vicenda, per certi versi paradossale. Lo fanno in una giornata che vivono, come lo sono state le precedenti, con una crescente angoscia, solo alleviata dalla vicinanza di parenti e amici. «Abbiamo la sensazione, la convinzione che sia stata portata via. Forse qualche balordo», dice il marito della donna, studio di commercialista nella stessa abitazione, «Dico un balordo perché non abbiamo mai ricevuto alcuna minaccia, nessuno ha avanzato richieste particolari. Pensiamo che si sia trovata al momento sbagliato nel luogo sbagliato», dice l' uomo incontrando lo sguardo di consenso dei figli.
D'AMORE E D'ACCORDO I Nanni scartano le altre strade in maniera decisa. L'allontanamento volontario o il suicidio. «Non ci possiamo credere, nessuno dei suoi comportamenti precedenti ci fa pensare a questa ipotesi», dice Salvatore, il maggiore dei figli, da alcuni anni alla Bmw di Milano dove si occupa di marketing. «Mia madre era molto metodica, aveva già programmato con noi le giornate. Era entusiasta, positiva ed energica. Non può essere. Sarebbe distante da qualsiasi logica». Il marito smentisce seccamente anche le voci, che a Orosei circolano da subito, che tra lui e la moglie ci fossero dei problemi. Che la coppia fosse distante e non più unita come un tempo. «Non è vero. Andavamo d'accordo ed è così da oltre quarant'anni», precisa l'uomo. La mattina della scomparsa la moglie era andata a fare la sua solita camminata dicendo proprio al marito che sarebbe rincasata alle 8,30. Tonino Nanni si è preoccupato, ha atteso il figlio e insieme hanno iniziato le ricerche. Pensando a un malore o a un incidente. Quel percorso l'ex insegnante lo faceva tutti i giorni, o in compagnia di un'amica, o da sola senza problemi. «Non aveva paura e d'altronde non c'era alcun motivo per averne – sottolineano i figli – era la sua terapia quotidiana. Percorreva una strada asfaltata, tutto intorno c'è la campagna abitata, oliveti, vigne e case. E tante persone che come lei si tenevano in forma con una passeggiata di alcuni chilometri. Questo è un paese tranquillo».
IL SINDACO Un concetto del paese tranquillo che condivide in pieno il sindaco Franco Mula, da subito in prima fila tra i soccorritori. «Che sia una comunità sana non vi è alcun dubbio», dice il primo cittadino, «lo dimostra la grande mobilitazione della gente nelle ricerche. Certo è che questo mistero va risolto per la tranquillità di tutti. Abbiamo bisogno di risposte. Spero arrivino presto. Per il bene della famiglia e della comunità». Intanto i carabinieri, guidati dal capitano Andrea Senes, non scartano nessuna pista. «Come sempre ci muoviamo in più direzioni, senza escluderne alcuna – spiega l'ufficiale – anche se devo ammettere, malgrado lo sforzo profuso, abbiamo davvero pochi elementi per risolvere questo mistero».
Luca Urgu

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