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L'unione sarda. Bebbo Ardu, vita a cavallo

Oggi i funerali a Gavoi, popolare in tutta l'Isola

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Bebbo Ardu, una vita dedicata alla Sardegna e ai cavalli. O meglio, ai cavalli sardi. Se n'è andato ieri, dopo una breve malattia, all'età di 84 anni, portati benissimo sino a poco tempo fa, tanto che ancora pretendeva di montare in sella. In lutto il mondo dell'ippica, gli sportivi dell'equitazione, ma soprattutto le migliaia di allevatori che lo hanno avuto sempre come un punto di riferimento nei loro sforzi per valorizzare l'anglo arabo sardo, la razza indigena in cui Ardu ha creduto e per cui si è battuto durante i suoi 18 anni di presidenza dell'Istituto di incremento ippico della Sardegna. I funerali si svolgeranno oggi alle 16,30 nella chiesa parrocchiale di Gavoi, il paese "adottivo" e dove aveva radici familiari. Ma Bebbo Ardu si sentiva sardo a 360 gradi, di casa in ogni paese dell'isola, dalla Barbagia all'Oristanese, ovunque era conosciutissimo. Nato a Mogoro, cresciuto a Montresta, per lavoro trasferito a Cagliari, poi pendolare con Ozieri dove appunto diresse e rilanciò l'Istituto ippico regionale, infine Sassari per stare più vicino ai figli.
IL PERSONAGGIO Quando arrivava a cavallo durante un trekking o in auto per un incontro di lavoro, era un continuo scambio di abbracci e saluti, brindisi e chiacchiere, ovviamente a sfondo equestre. Inconfondibile e unico per il sorriso, la folta chioma bianca, la coinvolgente simpatia. Davvero un personaggio carismatico a cui non si poteva non volergli bene. Anche con il suo difetto di essere sempre un leader, quando cavalcava in testa al gruppo per entrare per primo in paese o nei convegni quando si discuteva, spesso animatamente, del presente e del futuro del cavallo sardo. Negli ultimi tempi era rattristato per l'abbandono del settore da parte della classe politica che, diceva, «sta vanificando il lavoro di un trentennio di selezione della razza sarda e di eccellenti risultati agonistici nazionali e internazionali».
TURISMO EQUESTRE A lui si deve la fondazione dell'Ante regionale (associazione del turismo equestre). E se qualcun altro rivendicasse la paternità dell'ippoturismo nell'Isola, Bebbo Ardu fu l'autentica anima di quei pionieri, il trascinatore, l'entusiastico e qualche volta visionario promotore di un settore che in Sardegna muoveva i primi passi agli inizi degli anni Ottanta. Ufficialmente l'Ante nacque nel settembre del 1982, dopo una memorabile passeggiata di tre giorni dall'Ogliastra a Fonni, Sedilo, Ghilarza e gran finale a Santulussurgiu, presente l'allora deputato e futuro ministro Ariuccio Carta, altro appassionato di cavalli che aiutò Ardu nelle sue iniziative. L'Unione Sarda raccontò quel viaggio "promozionale" con un ampio articolo intitolato: "In Sardegna come i cowboys". In poco tempo, grazie ai diversi appassionati e operatori turistici come Ettore Giachino "inventore" di Alabirdi e delle vacanze "verdi" a cavallo nell'Oristanese, il turismo equestre si espanse a macchia d'olio. In un decennio si moltiplicarono i centri e si diffuse l'anglo arabo sardo come cavallo adattissimo per il trekking.
INSTANCABILE Bebbo non ha mai smesso di montare (tutti nell'ambiente conoscevano il suo amatissimo e fedele Coriasco, compagno di mille passeggiate e avventure) e di frequentare maneggi e ippodromi. Instancabile, di recente aveva fondato l'Aste (associazione sarda turismo equestre) un consorzio a cui hanno aderito una trentina di Comuni. E ha contribuito all'organizzazione di un grande evento di endurance per cavalli arabi, con cavalieri e allevatori provenienti dal Medio Oriente, in programma sabato 31 ad Alabirdi di Arborea. Non ha fatto a tempo, ma tutti lo ricorderanno con l'affetto che merita. Bebbo Ardu ha lasciato numerosi scritti e alcuni libri, tra cui "Storie di uomini e storie di cavalli", edito nel 2010 da Carlo Delfino, una sorta di testamento equestre. «Ho infiniti ricordi dei cavalli che ho montato», scrive nell'introduzione: «Con loro ho attraversato montagne, colline e pianure.. grazie a questi magnifici cavalli ho vissuto esperienze indimenticabili». Nessuno, tra gli appassionati di ippica e allevatori, dimenticherà Bebbo Ardu.
Carlo Figari

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