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L'unione sarda. Colata di cemento sulla Costa

Sulla collina 18.000 metri cubi grazie a un vecchio progetto

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PORTO CERVO Lo chiamano tutti l'ecomostro di Liscia di Vacca : 18.000 metri cubi di puro cemento sulla collina che domina la Marina di Porto Cervo. Ignorarlo è impossibile, con la sua ingombrante sagoma che incombe sullo skyline della Costa Smeralda. Opporsi pure perché per la legge è tutto a posto. E, a quanto pare, anche per le regole di decoro e buon gusto che l'ex regno di Karim si è dato cinquant'anni fa, quando da queste parti costruivano Vietti e Couelle. Il villaggio ha ottenuto il via libera del comitato di architettura col voto contrario di Enzo Satta. «Dopo quel voto - racconta l'architetto - sono stato fatto fuori dal comitato».
LA STORIA È una storia che conosce bene il progettista di fiducia dell'Aga Khan che su quell'ipotesi di lottizzazione ci aveva lavorato molti anni fa. Il piano di fabbricazione di Arzachena - si parla degli anni Settanta - aveva previsto su quella collina 18.000 metri cubi. I terreni allora appartenevano all'Aga Khan. «Il principe mi incaricò di valutare che tipo di insediamento si potesse realizzare», racconta Satta: «Si fece un progetto di massima per circa 7.000 metri cubi, diecimila in meno del consentito. Era impensabile andare oltre. Ma poi non se ne fece niente». Nel frattempo la Costa Smeralda passò alla Starwood e l'Aga Khan uscì di scena. Il lotto venne ceduto a Enrico Preziosi (imprenditore dei giocattoli) in cambio della sua villa, che fu incorporata nell'hotel Pitrizza, e fu poi rivenduta a un'agenzia immobiliare. Oggi appartiene alla società Terra Gallurese ma si favoleggia di interessi di illustri personaggi del mondo della moda. La nuova società, in ogni caso, è andata avanti secondo l'iter previsto e nel 2006 ha ottenuto dal Comune di Arzachena la concessione edilizia. Il progetto è firmato da Gianni Gamondi, l'architetto - tra le altre cose - della Certosa. Si è tornati così all'originaria previsione di 18.000 metri cubi per 70 appartamenti.
«Purtroppo - spiega ancora Enzo Satta - questo è uno di quei casi in cui non si comprende che la qualità, soprattutto in luoghi come la Costa Smeralda, rende più della quantità. È sbagliato anche come investimento. Al di là di questo, a stupirmi non è tanto l'imprenditore privato che agisce come crede. Ma la Sovrintendenza dov'era?».
Caterina De Roberto

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