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L'unione sarda. Un letto di rose per Andrea

Il parroco che lo battezzò: cresimato in punto di morte

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di Piera Serusi
Stanno aggrappate l'una all'altra, per sorreggersi a vicenda davanti al microfono sistemato sotto l'altare. Le compagne di scuola e del catechismo, le amiche, la fidanzatina di Andrea leggono tutto d'un fiato i loro teneri messaggi e per un attimo ieri mattina, qui nella chiesa del Sacro Cuore affollata di bambini e adolescenti in lutto, è stato come se si stesse celebrando il rito della vita e non la preghiera dell'ultimo addio.
IL CANTO DEL CORO È cominciata con un letto di rose bianche adagiate vicino alla bara, la messa funebre di Andrea Cadinu, il dodicenne di Nuoro colpito da una fucilata domenica scorsa durante una battuta di caccia e morto martedì in ospedale. Accanto ai familiari, al babbo Nicola, alla mamma Rina Bussu e al fratello Francesco, centinaia di amici e conoscenti che nei due giorni dell'agonia del piccolo hanno sperato e pregato. E poi il canto del coro “Gli amici del Folklore”, quelli del sodalizio frequentato dal bambino che faceva parte del gruppo di miniballo. «Trasformavi le lacrime in sorriso», dicono le compagne di scuola che si avvicendano davanti al microfono. C'è chi ne ricorda la gentilezza, chi la lealtà, chi l'amore per la tradizione. E sembra di vederlo questo ragazzino che amava il ballo sardo e la caccia; passioni da bambino antico, così diverse da quelle dei suoi coetanei perlopiù attaccati ai giochi elettronici.
L'OLIO SANTO «Attendeva la domenica di caccia con grande trepidazione - ha raccontato don Giovannino Puggioni durante l'omelia -. Qualche giorno prima ne aveva parlato anche durante la confessione». In questa chiesa, don Giovannino, che ieri ha concelebrato la messa funebre, aveva battezzato il piccolo Andrea. Lui, che al Sacro Cuore è stato parroco per tre decenni, qualche mese fa ha lasciato il posto a don Piero Mula. «Andrea si stava preparando alla cresima...», racconta il sacerdote. Avrebbe ricevuto il sacramento in primavera. Ha ricevuto l'olio santo poco prima della morte.
LA POLEMICA Come tanti bambini, come moltissimi adolescenti, Andrea Cadinu sognava di diventare, un giorno, un cacciatore valoroso. Era piccolo, ma già partecipava a un gioco da grandi. Giusto, sbagliato. Anche ieri mattina, con la bara bianca ai piedi dell'altare, nel cortile della chiesa si parlava di questo. E c'era chi buttava la croce sul padre; chi, invece, condannava il pensionato che ha sparato e chi, ancora, per non sbagliare abolirebbe la caccia.
NUOVO INCIDENTE In una settimana, sono già tre in provincia di Nuoro gli incidenti avvenuti durante le battute. Dopo la tragica domenica nelle campagne di Irgoli, quando Franco Paletta, 64 anni, carabiniere in pensione ha colpito il ragazzino nuorese («non doveva essere lì», ha detto al magistrato durante l'interrogatorio); giovedì scorso a Esporlatu un sessantaduenne di Burgos ha perso l'occhio sinistro; mentre a Atzara, Y. B., cinquantenne di Monserrato, si è ferito al piede destro col proprio fucile.
I PALLONCINI IN VOLO La messa è cominciata con un letto di rose candide; è finita con un volo di palloncini al cielo. Sarai il nostro angelo, hanno annunciato le ragazzine davanti al microfono. Ricorderemo il tuo sorriso, hanno scritto gli amici sui biglietti colorati. Il funerale è finito. Ora, con l'inchiesta aperta dalla Procura di Nuoro, resta da capire perché è morto il ragazzino che partecipava a un gioco da grandi.

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