Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. «Ha accudito con amore la moglie, tragedia impossibile da prevedere»

Gli specialisti avevano visitato la coppia venerdì sera: era tutto okay

Condividi su:

di Paolo Carta
GUSPINI Venerdì sera un'infermiera del Centro di salute mentale della Asl di Sanluri è andata a Guspini a casa di Ugo Basilio Lai e della moglie Giuseppina Brodu per la consueta e programmata visita mensile. Un'ora e mezza per verificare le condizioni di salute della donna, consegnarle la terapia, scambiare qualche chiacchiera perché il rapporto, dopo anni e anni di assistenza, era diventato anche personale e d'amicizia oltre che professionale. Poi la visita all'allevatore settantenne, da qualche tempo anche lui bisognoso di particolari terapie. Il solito colloquio periodico tra gli assistenti domiciliari dell'Asl e due pazienti modello, gentili, pacati, amorevoli l'uno nei confronti dell'altra. Tant'è che proprio gli specialisti che seguivano i due coniugi guspinesi sono i più sconvolti per l'accaduto: il raptus di un marito che si è svegliato nel cuore della notte, si è armato di un coltellaccio, ha ucciso la moglie che dormiva e ha tentato - invano - di farla finita. «Una tragedia imprevedibile», sono le uniche parole che si lascia sfuggire sul caso specifico lo psichiatra Alessandro Coni, responsabile del Centro di salute mentale dell'Asl sanlurese, all'avanguardia nella cura e nell'assistenza di questi malati grazie a progetti come il trekking e i laboratori.
FAMIGLIA MODELLO Una tragedia imprevedibile perché, da quel poco che trapela dalla riservatezza imposta da serietà, leggi e deontologia dei medici, mai c'erano state tensioni all'interno della famiglia Lai. Giuseppina Brodu era una paziente psichiatrica grave ed era seguita da anni dagli specialisti del Centro di igiene mentale. Uno stato maniacale che la costringeva a visite periodiche e regolari, a terapie e assistenza anche domiciliare. In tutto questo lasso di tempo la donna ha avuto nei familiari e soprattutto nel marito Ugo Basilio cure amorevoli, assistenza, conforto, il necessario sostegno psicologico e materiale. Ultimamente ad aggravarsi erano state le condizioni di salute del marito: una forma di patologia mentale che in qualche frangente lo estraniava dalla realtà, lo privava delle forze, fatto molto difficile da accettare per un allevatore che aveva dedicato l'intera esistenza al lavoro, alla moglie e ai figli.
TENTATO SUICIDIO Un anno fa un episodio particolare: l'uomo era caduto dentro la fossa settica della loro casa-azienda. Non aveva mai ammesso quello che gli specialisti psichiatri avevano sospettato: era stato un tentativo di suicidio. Si era ripreso e non aveva più manifestato propositi di questo tipo, anche se le sue assenze erano diventate più frequenti.
L'ipotesi di chi lo ha seguito in questo ultimo periodo è che probabilmente Ugo Basilio Lai si era reso conto di non poter più accudire la moglie e come gesto di estrema disperazione ha deciso di farla finita una volta per tutte. Non un omicidio dettato da odio o da chissà quale rancore personale, esattamente il contrario, soltanto il desiderio di non veder più soffrire la donna con la quale aveva diviso un'esistenza fatta di tante gioie e altrettanti dolori. Poi, dopo il raptus, la determinazione di togliersi la vita con la stessa arma, con lo stesso coltello, ma in questo caso gli sono mancate le forze.

Condividi su:

Seguici su Facebook