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L'unione sarda. Ronde contro i vandali

ARITZO. Paese mobilitato per fronteggiare le incursioni notturne dei teppisti

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ARITZO È allarme in tutto il Nuorese per i ripetuti atti vandalici compiuti nei confronti dei beni e delle strutture pubbliche. Nel mirino edifici, piazze, immobili pubblici e privati, statue, strade. Mentre i teppisti imperversano, non soltanto le istituzioni, ma anche i privati cercano di correre ai ripari. C'è chi pensa, come a Macomer, di installare telecamere (pur costose) dove possibile, chi di rafforzare i servizi di vigilanza, ma, la proposta più innovativa arriva da Aritzo: istituire ronde notturne per vigilare e cogliere in flagranza di reato chi, ad esempio, ha trasformato le prigioni spagnole di Sa Bovida in una cloaca a cielo aperto. E le vie che portano alle prigioni spagnole non sono state ancora ripulite.
AL CONTRATTACCO Un gruppo di imprenditori e operatori commerciali aritzesi ora annuncia che vuole fare fronte ai teppisti che, soprattutto di notte, sporcano il monumento e le vie circostanti. «Da parte nostra - spiegano gli imprenditori - condanniamo gesti del genere che ledono l'immagine di un intero paese e, soprattutto, sono un pessimo biglietto da visita per i turisti. Queste cose accadono un po' ovunque, e, danneggiano chi, come noi, lavora nel paese. Se il fenomeno non finirà subito, istituiremo delle ronde notturne per vigilare, sorvegliare e magari beccare in flagranza di reato i vandali».
APPELLO AL SINDACO La situazione di degrado in cui versano le prigioni spagnole di Sa Bovida, trasformate in un vespasiano fai-da-te, ha aperto un fronte polemico ad Aritzo. «Dobbiamo dire, con rammarico, che, spesso, siamo lasciati soli dalle istituzioni. Vogliamo fare un appello al sindaco Augusto Pili. Ad Aritzo - proseguono gli imprenditori locali - abbiamo due sole piazze dove, ogni anno, si svolgono le feste e le manifestazioni culturali. I bar chiudono ad una certa ora. Allora, perché non installare almeno due bagni chimici? Oppure due bagni collegati all'impianto fognario? Così, le persone, avranno un servizio igienico per le ore notturne.
«UN PAESE DA DIFENDERE» Noi imprenditori, abbiamo scelto di vivere ad Aritzo perché lo amiamo, ma vogliamo tutelare l'immagine del paese. Per colpa di pochi, non ci devono passare in tanti». La crisi è dura da sconfiggere. «Ecco perché molti chioschetti restano aperti d'estate fino all'alba, perché c'è la possibilità di fare qualche soldo. In paese - concludono gli imprenditori - stiamo cercando di far rinascere la Pro Loco, ma è difficile a causa delle divergenze e della disunione fra di noi. Perché il sindaco non fa qualcosa per la zona artigianale? Sono vent'anni che se ne parla. Eppure è ancora lettera morta. Se continua così valuteremo l'ipotesi di spostarci nella zona industriale di Tonara o da un'altra parte pur di lavorare».
Massimo Melis

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