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L'unione sarda. Centrodestra, primarie appese all'eventualità di una crisi di governo

Pittalis (Pdl): «Percorsi condivisi»

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Le Primarie del centrodestra sono in stand by. Da Roma, complici anche le vicende che stanno riguardando il leader del Pdl Silvio Berlusconi, e la conseguenza di una tutt'altro che imprevedibile crisi di governo e di un ritorno alle urne per le Politiche pressoché immediato, ancora non è arrivato il via libera per l'indizione. Nulla osta che, secondo i bene informati, non arriverà mai, rimandando all'ultimo minuto ogni scelta sulla designazione del candidato alla presidenza della Regione. In sostanza, se l'ipotesi non è ancora tramontata poco ci manca.
Il tempo stringe e, come sottolinea il capogruppo in Consiglio regionale Pietro Pittalis, «non è una situazione che gioca a favore delle Primarie sarde». Pittalis poi aggiunge: «Comunque, eventualmente le consultazioni popolari sarebbero un'esigenza degli alleati, perché noi il candidato presidente ce l'abbiamo. Cappellacci ha dato la sua disponibilità a candidarsi alle Primarie proprio per rendere ancor più trasparente il percorso di una condivisione della sua riproposizione e dell'unità di squadra». In ogni caso, Pittalis mette in guardia tutti su un punto: «Visto quel che sta succedendo nel centrosinistra, con primarie farsa e con l'esaltazione dei personalismi e non dei programmi e dei progetti per la Sardegna, direi che sarebbe il caso di arrivare alle Regionali con un percorso serio e condiviso da tutti i partner. Che sia attraverso le primarie oppure no non importa».
A Roma-via dell'Umiltà, sede del Pdl, non è stato ancora ricevuto il coordinatore regionale Settimo Nizzi, come annunciato poco prima di Ferragosto. «Ci sono le vicende nazionali», dice Nizzi, «con una possibile crisi e altrettanto probabili nuove elezioni politiche di cui tenere conto. Certo è che alle Primarie vorremmo arrivare attraverso una strada concordata con i vertici del partito. Di certo, eventuali elezioni politiche non agevolerebbero le cose». (lo. pi.)

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