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L'unione sarda. Indipendentisti, unità difficile Sardisti incerti, gli altri al palo

Sanna: «Un miraggio». Murgia: «Rappresento già quest'area»

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La porta è socchiusa, le speranze ridotte al lumicino. Vedere il fronte sardo-indipendentista guidato dal Psd'Az, unito e capace di un exploit elettorale del 10 per cento - come auspicato da Doddore Meloni, leader di Meris - sembra essere una missione quasi impossibile. Che però ci sia un piccolo spiraglio lo fa capire Giacomo Sanna, presidente del Psd'Az: «Non posso non pensare che i miracoli qualche volta avvengano».
LA POLEMICA Ma Gesuino Muledda (RossoMori) non manda a dire che, se da un lato è vero che «tutti siamo figli del sardismo originario di Lussu e Bellieni», dall'altro «la proposta, così com'è formulata, non è credibile nei modi, nei tempi e nelle persone». Doddore, invece, insiste: «Senza l'unione di tutti non si va da nessuna parte», scrive su Facebook, «e gli altri continueranno a riderci dietro le spalle, per la nostra stupidità congenita».
I SARDISTI Sanna non si ferma alla speranza del miracolo. Tutt'altro: «La proposta arriva da chi scompare per un ventennio e poi pretende di diventare referente di un progetto dopo aver fatto per una vita intera il lupo solitario. La verità è che un tentativo è già stato fatto, in occasione delle Politiche: ho partecipato a un incontro aperto a tutte le anime dell'indipendentismo, a Sassari, ma non si è arrivati a nulla». Quindi il Psd'Az esclude un polo sardo-indipendentista-sovranista? «Il Psd'Az non esclude niente a priori», risponde il consigliere regionale, «nell'arco di qualche settimana si riunirà il consiglio nazionale per prendere una decisione sulla strada da imboccare. Direi che l'unico caso in cui non credo molto ai miracoli è relativo a un nostro possibile approccio con l'area di centrodestra: con Cappellacci, Giunta e maggioranza abbiamo chiuso». In sostanza, secondo i bene informati, il discorso sarebbe sostanzialmente questo: se il Psd'Az non dovesse chiudere un accordo con il centrosinistra, il polo sardo-indipendentista potrebbe essere rilanciato. Come rivela Bustianu Cumpostu, numero uno di Sardigna Natzione, un approfondimento potrebbe essere fatto a Olbia a fine mese, in occasione dell'assemblea dell'associazione Libera Europa: «Non ci stiamo, a prescindere dalle sparate propagandistiche, nella misura in cui questo cartello non sia solo elettorale ma sia portatore di una cultura politica sarda». In sostanza, «vorremmo che fosse un soggetto capace di dettare l'agenda politica della Sardegna». Cumpostu lascia intendere che - se questo tracciato fosse realmente praticabile - «saremmo disposti ad accettare la candidatura alla presidenza della Regione di Michela Murgia».
PROGRES A proposito: e Michela Murgia? Ieri era impegnata a Tonara in un incontro, ma ha preferito evitare ogni commento «su una proposta che arriva da Doddore Meloni». In ogni caso «sono già candidata di un cartello indipendentista e quindi, per quanto mi riguarda, il problema non si pone». Scettica anche Irs, che preferisce non esprimersi sul raggruppamento proposto da Doddore: «Non ne abbiamo parlato, nel coordinamento nazionale», fa sapere il portavoce Simone Maulu. «Direi che le questioni da affrontare ora sono altre». Un discorso diverso fa il partito dei sardi che, pur non prendendo una posizione, nella sostanza fa capire che «le modalità e i percorsi per l'unità non sono semplici». Anche perché, fa notare Claudia Zuncheddu (Sardigna Libera) «è auspicabile un'esperienza unitaria, e nelle Comunali di Cagliari l'abbiamo attuata. Esperienza non di poco conto minata da qualche movimento indipendentista che ha deciso di andare da solo. Comunque è positivo, al di là delle ambizioni talvolta scomposte, che ci sia un dibattito sull'unificazione».
Lorenzo Piras

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