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L'unione sarda. «Mamma, perché è successo?»

GUSPINI. Folla ai funerali della donna di Desulo assassinata nel sonno dal marito

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Dal nostro inviato
Andrea Artizzu
GUSPINI «Mamma, mamma. Asa iu it'a capitau». Piange Serafino Luca Lai. La bara della madre, ornata con rose bianche, è appena arrivata di fronte al sagrato della chiesa di San Nicolò, a Guspini. Viene portata a spalla lungo la scalinata incorniciata dalle corone di fiori. Amici e parenti desulesi si stringono ai tre figli di Giuseppina Brodu, la donna di 62 anni uccisa con tre coltellate dal marito Ugo Basilio Lai (di 70 anni, anche lui desulese), tra sabato e domenica, nella stanza da letto della loro azienda agricola di Arrioppus. Cercano di consolarli con un abbraccio per un dolore troppo grande: la mamma è morta e il padre, che ha tentato il suicidio, è ricoverato all'ospedale di San Gavino. «Certu non tenede grupa mancu issu. Mischinu». Un'assoluzione per l'anziano genitore colpito da una malattia mentale, la stessa che aveva minato le condizioni di salute della moglie. Piangono gli amici, si disperano le donne, qualcuna col tipico abito del centro barbaricino, arrivate a Guspini per l'ultimo mesto saluto a una compaesana che, nonostante la distanza, mai aveva interrotto i rapporti con il paese natale.
TRAGEDIA SCONVOLGENTE L'antico tempio del XVII secolo è stracolmo. Non c'è un posto neanche nelle sedie di fortuna disponibili nelle due navate. Il caldo è solo attenuato dal vento dei ventagli delle donne. Nel primo banco i figli della sfortuna coppia Serafino Luca, Gianfranco e Giuseppe. Ed è a loro che si rivolge don Angelo Pittau dal pulpito. «La morte violenta di nostra sorella Giuseppina è una tragedia sconvolgente. Che può mettere in dubbio la fede». Il sacerdote prende spunto dal Vangelo. «La gente vide, ma non capì. Lo stesso sentimento può essere accostato al fatto di oggi. Stiamo vivendo un momento di sconcerto. Non c'è giorno in cui non troviamo notizie di sangue. Quando chiudiamo il giornale, però, non ci pensiamo più. Invece dobbiamo riflettere. Dio ci esorta ad avere misericordia. Misericordia è tenerezza, fratellanza e partecipazione al dolore per una famiglia distrutta dalla morte della madre. Ma Dio è misericordioso - aggiunge il parroco - anche con il signor Basilio. Non dobbiamo trovare colpe o altro. La fede ci dice che il Signore è presente non nella condanna o nel giudizio, ma nella misericordia. Dio è presente quando l'uomo si dimentica di essere uomo. Questo deve essere di conforto per i figli e per la comunità».
VITE SBAGLIATE Don Pittau invita alla riflessione. «Non diamo più valore alla vita, della vittima e di chi ha ucciso». Un sentimento che sembra particolarmente diffuso nella zona. «Perchè - si chiede il parroco - nel Medio Campidano abbiamo il doppio dei malati mentali rispetto al resto della Sardegna? Perché nel Medio Campidano ci sono più suicidi? Ci sarà un perché? Non basta la preparazione degli psichiatri, è necessario che torniamo a costruire una società dove il primato è della vita». Una predica dura, che colpisce, lascia il segno e fa riflettere. e una domanda che non avrà mai risposta: la tragedia si poteva evitare?
Dopo la messa il corteo funebre accompagna Giuseppina Brodu per l'ultimo viaggio terreno al cimitero di Guspini.
ARRESTI CONFERMATI Sempre ieri, ma di mattina, si è tenuta all'ospedale di San Gavino, dove è ricoverato dopo il tentativo di suicidio, l'udienza di convalida dell'arresto di Ugo Basilio Lai. Il giudice delle indagini preliminari Giuseppe Pintori ha preso atto delle condizioni fisiche dell'uomo, al quale i medici hanno assegnato dieci giorni di cure per le conseguenze di due ferite all'addome. Il magistrato ha accolto la richiesta di conferma dell'arresto presentata dal pubblico ministero Alessandro Pili, che contesta all'uomo l'omicidio volontario, ma si è riservato di decidere sulla misura cautelare da applicare. Lai è ancora costretto a letto, piantonato dai carabinieri, sottoposto a terapia con la flebo e sedato. «Il mio assistito è ancora sconvolto», afferma l'avvocato Anna Panzali, nominata d'ufficio. «È sotto l'effetto dei medicinali e non è ancora in grado di replicare alle domande del magistrato. Non potendo affrontare l'interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere». Il gip che probabilmente chiederà la consulenza di uno specialista potrebbe decidere - come chiesto dal pm - la carcerazione nel centro clinico di Buoncammino. «Non ricorda niente della tragedia, al risveglio dopo l'operazione ha chiesto all'infermiera chi mi ha fatto questo.

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