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L'unione sarda. Potere, favori e voti di scambio

Dopo il sequestro dei documenti inizia la seconda fase dell'attività investigativa

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IGLESIAS Dopo il blitz negli uffici di Comune e Provincia l'attività investigativa sull'Igea entra nel vivo. Ieri mattina i carabinieri della Compagnia di Iglesias hanno convocato nella caserma di via Cattaneo alcune persone e sono iniziati i primi interrogatori nell'ambito dell'inchiesta denominata “Geo&Geo”. Sul contenuto dei colloqui filtrano pochissime indiscrezioni.
GLI INTERROGATORI I militari, coordinati dal capitano Nicola Pilia, dopo aver acquisto migliaia di documenti, ieri mattina hanno dato il via a una nuova fase delle indagini: la raccolta di informazioni attraverso i colloqui con dipendenti dell'Igea, sindacalisti, imprenditori e fornitori dell'azienda regionale che ha sede nell'ex miniera di Campo Pisano. Per il momento le ipotesi di reato sono tre (peculato, turbativa d'asta, voto di scambio), ma non è escluso che tra qualche settimana ci siano nuovi sviluppi. Da ieri circola con insistenza la voce che presto nel registro degli indagati protrebbero finire i nomi di altre persone, oltre a quelli di Marco Tuveri e della fidanzata Daniela Tidu. Del sindacalista della Uil, autista del presidente Giovanni Battista Zurru e vicino politicamente all'Udc, si parla in tutti gli esposti inviati alla Procura di Cagliari, alla direzione investigativa antimafia di Palermo, al Corpo forestale e ai carabinieri.
IL SISTEMA-IGEA Gli investigatori stanno indagando su quello che viene definito Sistema-Igea. Le bonifiche ambientali, che dovrebbero rappresentare il fulcro dell'attività dell'azienda di proprietà della Regione, nell'inchiesta hanno un ruolo marginale. Gli inquirenti stanno facendo accertamenti sulle recenti elezioni amministrative di Iglesias, sulla vendita di mezzi da cantiere, su furti di gasolio e presunte irregolarità nella concessione di locali e terreni in comodato d'uso. In occasione delle ultime elezioni amministrative Marco Tuveri avrebbe caldeggiato e infine sostenuto la candidatura di Marco Zanda. Stando a quanto riportato in uno degli esposti Tuveri (difeso dagli avvocati Agostinangelo Marras e Massimo Melis) avrebbe agito insieme a un altro dipendente dell'Igea che risiede a Nebida. Quest'ultimo per cercare il consenso elettorale prometteva posti di lavoro, comodati d'uso nei terreni e nei locali di proprietà dell'azienda e buoni carburante da 10 euro. L'operazione sarebbe costata 200 mila euro e una parte consistente di questa cifra sarebbe stata ricavata attraverso la vendita di ferro e rame di proprietà dell'Igea a un'impresa riconducibile a un pregiudicato di Iglesias.
FAVORI E PROMOZIONI Marco Tuveri, pur avendo la qualifica di autista, all'interno dell'azienda, sempre stando a quanto riportato in alcuni esposti, esercitava il suo potere facendo ricorso ad altri sistemi, per esempio garantendo agli amici permessi straordinari, promozioni e incarichi di lavoro nei siti turistici dell'Igea.
Si indaga in particolare sulle visite guidate nei gioielli dell'archeologia mineraria come Porto Flavia e Grotta Santa Barbara. Sembra che per gruppi di 50 visitatori venissero staccati solo 20 biglietti. Il ricavato degli altri 30 non finiva nelle casse dell'Igea, ma da qualche altra parte.
IGEA-GEOPARCO Un altro filone dell'indagine riguarda i rapporti tra Igea e Parco Geominerario, in particolare i contributi elargiti per manifestazioni culturali, feste religiose, enti e associazioni del territorio. Il trait d'union tra i due enti era Daniela Tidu, dipendente sia dell'azienda di Campo Pisano (a tempo pieno) che del Parco (part time). I carabinieri durante il blitz di martedì scorso hanno sequestrato anche documenti relativi a contratti di consulenza e gare d'appalto. I militari contano di controllare il materiale in tempi brevi. L'Arma ha istituito alcuni gruppi di lavoro che dovranno esaminare un'infinità di documenti, sia in forma cartacea che digitale. I tecnici hanno portato via dagli uffici di Campo Pisano il server aziendale e da tre giorni il sito internet dell'Igea è inaccessibile. Materiali informatici sono stati prelevati anche negli uffici del Comune di Iglesias e della Provincia a Carbonia. Si tratta di documenti relativi a opere pubbliche e alle recenti elezioni amministrative di Iglesias.
COMODATI D'USO Gli investigatori ieri hanno iniziato anche il controllo su immobili e terreni di proprietà dell'Igea concessi in comodato d'uso a enti pubblici e privati. L'indagine si concentra in particolare su Nebida e Masua, dove l'ente possiede numerosi siti. Le verifiche interessano anche le località di Montevecchio (Guspini) e Funtana Raminosa (Gadoni).
Francesco Pintore

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