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L'unione sarda. «Cristo Redentore, dov'è Irene?»

Il vescovo Mosè Marcia ricorda la donna scomparsa a Orosei

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NUORO «Irene, dov'è?». Risuona nelle vallate di Marreri e Baddemanna l'eco di una domanda pronunciata quassù, dall'Ortobene, durante la messa per il Redentore che si celebra ogni 29 agosto da 113 anni. L'angosciante e angosciato interrogativo di monsignor Mosè Marcia accompagna lo struggente Deus ti salvet Maria e l'accorato Perdonu Deus meu, cunfesso apo peccadu intonato rispettivamente dai solisti Antonio Testoni e Salvatore Serra, insieme ai colleghi dei cori Amici del folclore e Nugoro Amada. Arriva fino al mare, quell'invocazione del vescovo di Nuoro. Fino a Orosei, il paese della donna scomparsa l'11 luglio.
L'APPELLO «Non posso non sentire il peso di un'assenza: Irene Cristinzio, 64 anni, sposata da 41, volatizzata, sparita, scomparsa, lascia senza notizia alcuna il marito Antonio, tre figli e tutti noi. È uno di quei momenti - scandisce le parole monsignor Marcia che celebra la messa solenne insieme a monsignor Ciriaco Vedele, monsignor Salvatore Floris e il Capitolo della Cattedrale - in cui come Nazione Santa, come regno di sacerdoti per il battesimo, non possiamo darci pace, senza prima darci una risposta: Irene, dov'è?».
UN POPOLO IN CAMMINO La domanda resta sospesa in aria durante la funzione religiosa, quasi a ricordare che ai piedi di quella grande statua bronzea ci sono i drammi vecchi e nuovi della Sardegna intera. Oggi, come all'alba del 1900. Lo sanno bene i pellegrini che a centinaia partendo dalla Cattedrale alle 6 del mattino affrontano la Via Crucis che porta fino alla statua. Una grande folla per certi versi inattesa. Tantissimi giovani si inerpicano nei sette chilometri che portano al Redentore: «Un grande momento di fede e devozione», commenta don Piero Mula, parroco del Sacro Cuore che per la prima volta guida il pellegrinaggio e alle 8 del mattino celebra in cima la prima messa della giornata.
TELEVISORI SPENTI Fedeli che dopo due ore, al contrario di quanto avviene nei paesi del circondario, non trovano neanche un priorato per offrire un caffè ristoratore, a dimostrazione che Nuoro deve fare ancora molto per valorizzare il momento religioso, vera e immutabile anima della festa. Come sottolineano anche i tanti malati che in tutta la Sardegna aspettavano la diretta televisiva della messa dall'Ortobene, tagliata per il secondo anno consecutivo dal Comune nel nome del contenimento dei costi. Solo Radio Barbagia, emittente della Diocesi, è riuscita a trasmettere la messa, costringendo i tecnici a inseguire la connessione internet ballerina.
DISABILI FELICI Davanti alla folla assiepata nel prato in cima al Monte, monsignor Marcia ringrazia comunque le autorità comunali, provinciali e regionali che «operano per il bene di tutti noi». Un ringraziamento arriva anche da Antonello che emozionato spinge la sua sedia a rotelle nella rampa appena inaugurata per consentire finalmente anche a chi ha difficoltà motorie di raggiungere il Redentore: «Per la prima volta dopo dieci anni - dice il giovane disabile - non devo chiedere agli amici di prendermi in braccio per poter salutare Cristo».
NO AL VANDALISMO Piccole-grandi cose, secondo il vescovo. Gesti apparentemente minori e diversamente normali come l'annuncio del parroco Cattedrale don Aldo Cottu che «la comunione per i celiaci sarà distribuita vicino all'ambone». E il vescovo che pure stamattina molto si è speso per invitare a riconoscere il bene che abbiamo vicino, si abbandona all'ultimo bonario buffetto: «Rispettiamo i beni pubblici», dice Mosè Marcia ricordando che l'anno scorso un giovane pretendeva di salire a cavallo, danneggiando la scalinata che porta al Redentore. Solo una domanda resta senza risposta: «Dov'è Irene?».
Michele Tatti

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