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L'unione sarda. Formaggi alla tavola dei vip

BITTI. Si concretizza il patto stretto due anni fa tra i pastori e Flavio Briatore

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BITTI Un nuovo marchio di prodotti tipici sardi è stato lanciato il 1 agosto al Billionaire, patria della movida estiva della Costa Smeralda, da un gruppo di pastori e imprenditori. A fare gli onori di casa Flavio Briatore, patron delle notti smeraldine, che ha accolto una decina di pastori del centro-nord Sardegna facendo da padrino al nuovo progetto, con cui collaborerà mettendo a disposizione gratuitamente le sue conoscenze di marketing. Le delizie dei pastori saranno promosse in un tempio della gastronomia come il ristorante Cipriani, in Costa.
IL PASTORE BRIATORE L'embrione del progetto. Nella primavera del 2011 Briatore condivise le proteste dei pastori spiegando che una delle realtà più produttive dell'isola doveva puntare sulla valorizzazione dei propri prodotti, anche attraverso il trampolino turistico. Nel luglio dello stesso anno Mr. Billionaire accettò un invito a pranzo in un azienda fra le colline di Bitti, dove trascorse diverse ore a conversare con i pastori. Due settimane dopo ricambiò la cortesia con una serata nel suo locale. All'incontro in Costa Smeralda i pastori arrivarono con esperti nel campo economico, agricolo e alimentare. «Briatore ci fece notare - ha spiegato Diego Manca, pastore di Bitti - che sarebbe stato fondamentale creare un'aggregazione di prodotti locali con un unico marchio». Sarebbe stato necessario inoltre «garantire una produzione standardizzata e di notevoli dimensioni per aprire un varco nei mercati della grande distribuzione». Da allora i pastori hanno coinvolto, nella scommessa imprenditoriale, produttori di vini, salumi e pane carasatu . Con un bando lanciato in diverse scuole superiori del centro nord Sardegna, per individuare il nuovo marchio, sono arrivati oltre 70 elaborati. A spuntarla è stato Mamaeoro (Mamma d'oro, ndr ) ideato da un giovane di Tempio e premiato l'inverno scorso.
LA RISERVA INDIANA La visita barbaricina di Briatore nel 2011 alimentò il dibattito nel mondo intellettuale e politico isolano fra favorevoli e contrari. I primi sostenevano che era necessario sondare tutte le possibili vie per uscire dalla crisi, superando gli steccati di carattere ideologico per confrontarsi con interlocutori nuovi, che potessero aprire le porte dei mercati emergenti: quello russo o dei paesi del Golfo Persico. Sul versante dei contrari si posizionò la galassia indipendentista e numerosi intellettuali. «Briatore vuole sfruttare il malessere dei pastori solo per farsi pubblicità e con le sue operazioni mediatiche prenderà in giro i pastori e l'intera Sardegna». Questa era in sostanza l'accusa lanciata dagli anti Briatore, che individuavano allora, e ancora oggi considerano, il turismo dei vip in salsa Billionaire un male per l'economia e lo sviluppo vacanziero nostrano. Una posizione che affonda le radici nella critica alla creazione del modello Costa Smeralda da un lato e della cosiddetta “riserva indiana”, abitata dai sardi, dall'altro.
PASTORI ON LINE I pastori di oggi parlano l'inglese, viaggiano per il mondo, commercializzano su internet i loro prodotti e usano i social network per comunicare. Molti di loro hanno studiato e migliorato il proprio lavoro trasformando gli ovili in pietra, senza energia elettrica e acqua, in aziende modello. Rimane tuttavia una diffidenza di fondo verso lo straniero che porta nuovi modi di vivere. Una diffidenza alimentata dalle tante truffe operate dai vari capitani di ventura giunti in Sardegna negli anni. La storia pastori-imprenditori e Briatore è tutta da scrivere e non finirà certo di alimentare il dibattito, soprattutto adesso che se ne potrà parlare anche sotto l'ombrellone, in questi ultimi scampoli d'estate.
Pietro Calvisi

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