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L'unione sarda. In Sardegna persi 54.000 posti

In un anno il tasso di disoccupazione è salito al 18,6% dal 15%, per i giovani al 47%

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In un anno peggiora la situazione del lavoro in Sardegna. I dati forniti dall'Istat (riferiti al secondo trimestre del 2013) parlano di 54mila posti di lavoro persi e 20mila persone in più, rispetto al 2012, in cerca di occupazione. Il tasso di disoccupazione aumenta di tre punti percentuali e raggiunge il 18,6% mentre quello nazionale è fermo al 12% e nel Mezzogiorno al 20%. Diminuisce anche la percentuale dell'occupazione che dal 52,6% del 2012 scende al 48,3%: nel resto d'Italia è al 55,7%. Gli occupati, in Sardegna, sono 552mila (nello stesso trimestre del 2012 erano 606mila) e i disoccupati sono 127mila. Su questo ultimo aspetto è necessario soffermarsi poiché il numero scaturisce dai parametri che utilizza l'Istat per le rilevazioni e dunque 127mila sono coloro che il lavoro lo hanno perso. Il numero è di gran lunga superiore se si considerano anche quelli che il lavoro non lo cercano più. Preoccupa anche il dato, del 2012, sulla disoccupazione giovanile (15-24 anni) che arriva al 47,3%.
I SETTORI C'è una sostanziale diminuzione di lavoratori in quasi tutti i settori di attività. L'unico ambito in cui c'è stato un aumento è l'industria manifatturiera che ha un totale di occupati di 69mila unità: 12mila in più rispetto al secondo trimestre del 2012. Tutti gli altri soffrono la crisi con perdite di posti di lavoro. L'agricoltura perde il 24,5% degli occupati passando da 36mila a 27mila lavoratori, facendo registrare la percentuale più alta di perdita. In calo, anche se di poco, il settore delle costruzioni che perde 4mila posti di lavoro per un totale di 42mila persone occupate. C'è, poi, il commercio che nel secondo trimestre del 2012 aveva 124mila occupati mentre ora, con una perdita del 7%, arriva a 115mila. Il settore che, nonostante la flessione negativa di 43mila lavoratori, risulta più ampio è quello degli altri servizi: 300mila occupati.
CATEGORIE Sono 37mila lavoratori dipendenti a occupare una grande fetta dei 54mila che in un anno hanno perso il posto di lavoro. Mentre per i lavoratori cosiddetti indipendenti la riduzione è di 17mila unità. Differenze anche tra uomini e donne: tra i primi hanno perso il lavoro 31mila persone, mentre le donne sono 23mila.
SINDACATI I sindacati lanciano il grido d'allarme e decretano il fallimento delle politiche attive per il lavoro. «È la dimostrazione che la crisi colpisce i sistemi deboli e isolati», dice Michele Carrus, segretario della Cigl, «non sono state adottate misure di contrasto alla crisi in questa legislatura regionale sprecata». Il segretario generale della Cisl, Oriana Putzolu sottolinea che «i numeri non tengono conto dei lavoratori coperti da ammortizzatori sociali e del 20% di lavoratori precari. Le politiche attive per l'occupazione sono ancora distanti da quello che la gravità della situazione meriterebbe».
LE REAZIONI Risulta quasi superfluo ribadire che dietro i numeri ci sono persone e generazioni (vecchie e nuove) costrette a vivere nell'incertezza e nella difficoltà. Una società che chiede alla classe politica di porre rimedio a questa situazione per creare i presupposti che restituiscano una possibilità alla Sardegna. Il direttore del Centro studi L'Unione Sarda, Franco Manca, sottolinea che «i dati del secondo trimestre del 2013 confermano la pesante crisi occupazionale che investe l'intero territorio nazionale, Sardegna compresa». Le azioni per affrontare il problema non possono prescindere da «misure specifiche per la riduzione del costo del lavoro e per l'inserimento occupazionale dei giovani», sostiene Manca. Poi, precisa: «Servono politiche economiche più espansive che incrementino la domanda interna attraverso i consumi, per consentire alle imprese di aumentare i livelli produttivi e l'occupazione». Il senatore di Sel, Luciano Uras, parla di «declino senza ritorno» e sostiene che «l'emergenza lavoro non accetta più visioni economiche come quelle in atto». Uras rivolge l'invito al Pd per riunire «le forze democratiche, progressiste, sardiste e identitarie per un'alleanza programmatica che abbia il lavoro come grande obiettivo».
L'ASSESSORE Realista ma più ottimista l'assessore regionale del Lavoro, Mariano Contu: «La congiuntura in questo semestre è leggermente peggiorata ma stiamo attivando una serie di iniziative per rilanciare il mercato del lavoro». Il riferimento è ad alcuni bandi come «il microcredito, i Pils e i Poic che rafforzeranno l'occupazione in settori chiave».
Matteo Sau

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