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L'unione sarda. Deriu: «Disarmati contro la lingua blu»

Attacco del presidente della Provincia di Nuoro sulla lotta all'insetto vettore del virus

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L'emergenza Lingua Blu che sta decimando le greggi sarde si è trasformata in uno scambio di accuse tra Regione e Province. La polemica si è estesa ormai fino ad abbracciare interamente i rapporti tra le due istituzioni. Il primo ad accendere il dibattito è stato il presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu. L'esponente del Pd è candidato alle prossime elezioni primarie del centrosinistra, nei giorni scorsi aveva incolpato la Regione di gravi ritardi nella lotta al morbo che sta contagiando i capi ovini e caprini dell'Isola. La reazione è subito arrivata per bocca di Giuseppe Tupponi, esponente nuorese dell'Udc in Consiglio Regionale. L'onorevole ha respinto al mittente le critiche di inefficienza, sottolineando che «nella prevenzione contro l'insetto-vettore, in capo proprio alle Province, è stato fatto poco o nulla, né risulta alcuna proposta operativa».
Ieri l'ennesimo capitolo del confronto istituzionale a distanza. Il presidente Deriu punta il dito ancora contro la giunta Cappellacci, colpevole questa volta di aver tagliato i fondi destinati alle «sorelle minori», compresi quelli destinati alle campagne di disinfestazioni. «La Regione impedisce alle Province di erogare servizi essenziali - conferma Deriu -, la lotta agli insetti nocivi è l'ultimo esempio». Deriu lancia una frecciata anche verso Tupponi: «Il consigliere dell'Udc scopre solo ora l'utilità delle Province e tenta di rigirare la frittata dando la colpa a un Ente che continua a erogare i propri servizi, nonostante la sistematica, illegittima e pervicace volontà della Regione di assoggettare la Sardegna a un centralismo pericoloso perché inefficace e sprecone».
Il consigliere sarebbe quindi un inadeguato «difensore d'ufficio last minute» e numeri alla mano Deriu spiega perché: «La Regione, rispetto ai fondi da essa precedentemente utilizzati, ha trasferito alle Province 32 milioni in meno sulle materie regionali dirette e 47, sempre in meno, su quelle ex statali. Con quel denaro le Province hanno impostato i nuovi servizi, a costi minori rispetto a quanto si spendeva in passato. Oggi il “lupo Regione” se la prende con “l'agnello Province”, affermando che non fanno ciò che essa stessa impedisce loro di fare».
Luca Mascia

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