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L'unione sarda. La spesa pubblica fuori controllo

In Sardegna diminuiscono gli enti ma continuano a crescere gli addetti dell'amministrazione

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La sforbiciata di 59 pubbliche amministrazioni, avvenuta in 10 anni, non ha contribuito alla riduzione della spesa regionale. Nel 2001 gli enti erano 601, mentre nel 2011 si sono attestati a 542. Il numero degli occupati nelle amministrazioni, al contrario, è lievitato di 2.048 unità (di cui 1.974 sono riferite al capoluogo sardo), ed è passato da 49.805 del 2001 a 51.853 del 2011. Bastano due semplici calcoli per capire che si tratta di un sistema che, anno dopo anno, ha provocato un aumento consistente della spesa pubblica.
I NUMERI Secondo un'analisi del Centro Studi L'Unione Sarda, basata sugli ultimi dati dell'Istat, si scopre che tra i 51.853 addetti nelle pubbliche amministrazioni a livello regionale, 25.334 sono impiegati in provincia di Cagliari (48,9% sul totale del 2011), 9.746 in quella di Sassari (18,8%), 4.095 nell'Oristanese (7,9%), 3.823 in provincia di Nuoro (7,4%), 3.198 tra Olbia e Tempio (6,2%), 2.867 nell'area di Carbonia e Iglesias (5,5%), 1.619 nel Medio Campidano (3,1%) e 1.171 in Ogliastra (2,3%).
LE VARIAZIONI Il dato che colpisce di più è riferito all'incremento del numero di occupati nelle varie zone dell'Isola, avvenuto tra il 2001 e il 2011. Il primato spetta all'area di Olbia-Tempio (+34,9%), seguita da Oristano (+22,4%), Ogliastra (+15,6%) e Cagliari (+8,5%). La diminuzione degli occupati si è, invece, registrata a Nuoro (-21,1%), Carbonia-Iglesias (-10,2%), Sassari (-2,8%) e Medio Campidano (-1,9%). «Nonostante la riduzione degli enti», commenta Franco Manca, direttore del Centro studi L'Unione Sarda, «tra il 2001 e il 2011 sono state fatte nuove assunzioni. Di conseguenza, il personale nelle Pubbliche amministrazioni è aumentato e ha creato una maggiore spesa per la collettività. Insomma, è inutile ridurre il numero delle unità locali se si aumentano gli occupati. E per l'economia sarda non è un bene».
GLI AUMENTI A parte il discorso legato ai dipendenti, secondo quanto rilevato dal Centro Studi, è risultato in aumento anche il numero dei lavoratori esterni e temporanei. In dieci anni questi sarebbero aumentati di circa 3mila unità, di cui quasi la metà in provincia di Cagliari.
IL CONFRONTO Un paragone con le altre zone italiane fa scoprire che l'incidenza della spending review sull'economia sarda «è maggiore rispetto a quella di altre regioni e, in particolare, del Centro e Nord Italia. Il peso che ha la pubblica amministrazione in Sardegna», precisa Franco Manca, «è troppo grande se lo si confronta con quello che si può rilevare nelle regioni del Nord della Penisola. Il punto è che dobbiamo metterci in testa che non si può pensare di campare di Pubblica amministrazione». In quest'ottica, diventa inevitabile pensare al numero di Comuni presenti nell'Isola e alle strutture territoriali collegate. «Il discorso nasce soprattutto da problemi di natura statale. Personalmente, sono favorevole non solo all'abolizione delle Province», dice Manca, «ma anche alla riduzione dei Comuni. Non è possibile che in Sardegna ce ne siano ben 377, di cui circa 45 con meno di 500 abitanti. Ritengo assurdo che ognuno di questi pretenda di avere scuole, farmacia, teatro, campo sportivo, stazione dei carabinieri e Poste».
SPENDING REVIEW Per attivare un risparmio efficace e avere, contemporaneamente, servizi efficienti secondo il direttore del Centro Studi L'Unione Sarda si dovrebbe agire in una direzione: «Bisognerebbe riorganizzare tutto il sistema predisponendo le Unioni dei Comuni. L'attuale numero di amministrazioni comunali non serve a nulla».
Eleonora Bullegas

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