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L'unione sarda. Primarie, via alla corsa a ostacoli

I candidati da 6 a 5: entro oggi la presentazione delle firme

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La prima sfida l'ha lanciata Andrea Murgia, davanti ai trecento sostenitori che sabato hanno sfidato il nubifragio di Cagliari per partecipare alla presentazione della sua candidatura. Un indipendente che cavalca la voglia di fare piazza pulita. Pd compreso. Proporrà agli altri concorrenti del centrosinistra un dibattito tutto in sardo. «In Bruxelles dognunu fueddada sa limba sua e deu appu cumenzau a fueddai in sardu. Fueddausu in limba po chistionai de is cosas importantis». Sarà sicuramente un esame per tutti.
CHI È Nato a Seulo 44 anni fa, funzionario Ue, padre socialista e tessera Pd fino al patatrac del mancato arrivo di Prodi al Quirinale. Murgia ha presentato venerdì scorso le 5500 firme necessarie per partecipare alla corsa, pur avendone raccolto quasi il doppio. Così ha potuto schierarsi in anticipo, rispetto ai tempi stabiliti dal regolamento delle primarie del centrosinistra sardo. Oggi, alle 20, scadrà il termine per depositare le adesioni alle candidature. Oltre al tetto massimo di 5500 c'è anche la quota territoriale: in ogni provincia non devono essere più di 1500. Una scelta per evitare investiture «troppo localistiche».
RITIRO I candidati ufficiali saranno cinque. Fino all'altro giorno erano sei, ma un concorrente - il battitore libero Maurizio Piras - ha comunicato il ritiro ufficiale dalla competizione. Non è andato oltre 2000 firme. I blocchi di partenza quindi, oltre a Murgia, vedranno scherati l'europarlamentare Francesca Barracciu, il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, il presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu. Tutti del Pd, mentre il quinto Simone Atzeni corre a nome del partito socialista. Unico alleato che ha scelto di scendere in campo nella consultazione chiamata a indicare il candidato governatore del centrosinistra alle prossime elezioni regionali.
GARANTI La verifica delle firme sarà comunque completata in tempi veloci: già entro domani sera il presidente del comitato dei garanti (Francesco Sitzia, ex preside di Giurisprudenza a Cagliari) potrà mettere il timbro sulla regolarità delle sottoscrizioni presentate a sostegno dei concorrenti. Mercoledì invece sarà sorteggiato il posto dei nomi nelle schede. Da quel momento in poi potrà partire la corsa: una campagna elettorale di poco meno di un mese regolata da una serie di norme molto restrittive (compreso il tetto massimo delle spese consentite). La data è fissata per domenica 29 settembre. C'è la possibilità di ballottaggio nel caso il vincitore del primo turno non superi il 40 per cento dei consensi. La data del secondo turno è già pronta: domenica 6 ottobre.
MAL DI PANCIA I vertici del Pd contano di mobilitare l'elettorato portando alle urne delle primarie tra i 50 e i 60 mila sostenitori. Ed anche il successo dell'affluenza avrà sicuramente un peso per i passaggi successivi. Non c'è scritto da nessuna parte che il vincitore delle primarie del 29 settembre sia poi il candidato ufficiale del centrosinistra. Il principale alleato (Sel) ha deciso di stare alla finestra, anzi di «andare al mare il 29 settembre» (così Michele Piras, deputato vendoliano). Idem Enrico Piras, animatore dell'Unione popolare cristiana. Entrambi questi compagni di viaggio, considerano la sfida dei cinque come un test tutto interno al Partito democratico, una sorta di resa dei conti. Quanto al Partito dei sardi, il duo Maninchedda-Sedda va per la sua strada: ha presentato al centrosinistra una proposta di programma e intanto sta alla finestra, attrezzandosi di strutture organizzate nei paesi. Primarie o no, nel centrosinistra i giochi sono ancora aperti.
Antonio Martis

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