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L'unione sarda. Muore l'asso purosangue

Django De Vere stroncato da una colica domenica dopo la gara Valutato 300 mila euro, era arrivato terzo all'Endurance Lifestyle

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ARBOREA È arrivato persino con la scorta della polizia. Una corsa da Arborea a Sassari in un van super attrezzato, con tre veterinari e due artieri ippici al seguito. Ma non è bastato per salvare una delle stelle dell'Endurance Lifestyle Sardegna, la manifestazione organizzata nello scorso fine settimana all'Horse Country. Il cavallo, un purosangue arabo, è morto all'ospedale didattico dell'Università di Sassari stroncato da “una sindrome colica” certificano dalla clinica universitaria veterinaria. Niente doping o maltrattamenti, di certo però un finale amaro per la tre giorni dedicata al cavallo.
IL MALORE L'animale, un purosangue arabo, manto grigio di nome Django De Vere (valore stimato circa 300 mila euro), era iscritto alla gara CEI una stella, competizione di 90 chilometri. Domenica scorsa, con il fantino Al Harbi Saeed Ahmad Jaber, aveva portato a termine la prova superando le diverse visite veterinarie. Terzo posto e premio “best condition” del trofeo Endurance Lifestyle. Poi il dramma imprevisto. Al termine della gara, poco prima di lasciare la scuderia dell'impianto, il purosangue ha iniziato a dare i primi sintomi di malessere gastrointestinale ed è stato subito ricoverato. Dopo qualche ora, i veterinari di servizio all'Horse country di Arborea hanno preferito trasferirlo d'urgenza all'ospedale didattico veterinario di Sassari.
IL RICOVERO Gli specialisti hanno tentato l'impossibile per salvare l'animale, ma le sue condizioni erano troppo gravi e nella notte è morto. «È arrivato da noi in condizioni molto serie - spiega il direttore sanitario Eraldo Sanna Passino - si è fatto tutto il possibile, ma la situazione era veramente critica e l'animale non ce l'ha fatta». La sindrome colica non ha lasciato scampo a un esemplare di gran pregio, campione di sport estremi. «È una patologia che purtroppo può condizionare la vita del cavallo - precisa ancora il direttore sanitario - sono eventi occasionali che però si possono verificare e, come accaduto in questo caso, possono avere anche conseguenze estreme». La malattia può essere stata determinata dallo sforzo fisico durante la competizione? «Le cause possono essere varie, la condizione di stress e fatica non aiuta - va avanti - ma il cavallo dopo la gara aveva mangiato e bevuto senza problemi. Sarebbe dovuto ripartire il giorno dopo, come tutti gli altri esemplari in gara».
I DUBBI Fatalità o qualcosa è andato storto? «Sul cavallo non c'era alcun segno che facesse pensare ad abusi o maltrattamenti - ribadisce lo specialista - Era un animale molto ben tenuto, assistito con ogni precauzione. È arrivato qui con la scorta della polizia». Inevitabile visto che si tratta di esemplari di grande valore «per loro, i proprietari non badano a spese». Inizialmente si era pensato a un caso di doping. «Escludo categoricamente, è stata soltanto una sindrome colica», taglia corto. Non sarà effettuata nemmeno l'autopsia.
GLI ACCERTAMENTI Nella mattinata di ieri, però, un certo allarme si era diffuso. Tanto che gli agenti della Squadra Mobile di Sassari (coordinati dal dirigente Bibiana Pala) hanno effettuato alcune verifiche all'ospedale veterinario. Ma non appena la clinica ha certificato e ufficializzato le cause della morte dell'animale, ogni timore è rientrato. Nessun controllo nemmeno all'Horse Country di Arborea, che dopo i tre giorni di riflettori, adesso inizia a svuotarsi dei campioni: quasi tutti i cavalli che hanno partecipato alle gare di endurance sono già ripartiti.
Valeria Pinna

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