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L'unione sarda. Chi beve di più? I teppisti fanno a gara

NUORO. Il Serd: una pratica tipica dei paesi anglosassoni dietro i raid vandalici in città

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NUORO Si chiama binge drinking , arriva dai pesi anglosassoni e consiste nell'assunzione di bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve. Lo scopo è una vera abbuffata di alcolici di qualsiasi tipo (vino, superalcolici, birra) che porta a una sbronza immediata e, ovviamente, alla conseguente perdita di controllo che può sfociare in raid vandalici. Un fenomeno che Nuoro sta imparando a conoscere a proprie spese. La denuncia di due giovani sorpresi dalla Polizia nella notte tra venerdì e sabato in piazza Mameli insieme ad una decina di amici ubriachi a danneggiare le scale in granito, piante e portoni dei palazzi, mostra una nuova emergenza per la città. Ed è solo la punta di un fenomeno in forte diffusione nel capoluogo barbaricino.
I dati di una recente indagine dell'Asl nelle scuole nuoresi sono inquietanti: beve oltre il novanta per cento dei ragazzi dai 14 ai 20 anni. «Ma già ad undici anni c'è un'iniziazione all'alcol anche in famiglia» ricorda la psicologa dirigente del servizio delle dipendenze dell'Asl Nuoro Marianna Madau. Un dato che è un primato negativo per Nuoro, la Sardegna e l'Italia visto che la nostra città - come l'intera nazione - è al primo posto in Europa per l'età media di approccio alle sostanze alcoliche. L'italiano si avvicina all'alcol a 11,7 anni, il nuorese ad 11. Molto prima di ciò che accade nei paesi del nord Europa. Naturalmente più precoce è il bere più questo diventa problematico anche nella precocità di un'eventuale dipendenza», sottolinea la dottoressa Madau. I ragazzi nuoresi bevono alle feste, nei bar e per strada. Una sorta di sfida che viene accettata da tutti, adolescenti, ragazzine e studenti modello. Nessuno è escluso.
Una balentia distorta. «Il binge drinking un fenomeno trasversale - afferma la Madau - la dinamica, la finalità è quella di rispondere alla richiesta del gruppo per non sentirsi esclusi». Poi il branco spesso rischia di perdere il controllo. «Anche il ragazzo che non ama il bere spesso accetta una sfida e il comportamento a rischio - spiega la psicologa - perché non vuole sottarsi alla dinamica. C'è la ricerca dei limiti. La voglia di raggiungere l'alienazione dalla realtà e la condizione psicologica li spinge a fare cose che non farebbero da sobri».
La mappa dei luoghi preferiti per il binge drinking a Nuoro ruota soprattutto nel centro della città. Scelgono luoghi appartati ma non troppo. Si trovano in piazza Mameli sulle scale che portano in via Giovanni XXIII. A volte scelgono la parte bassa dei Giardinetti sotto i pochi alberi rimasti. Le scale che separano via Matteotti da via Mereu sono un altro ritrovo. Così come piazza Satta e, più spesso il cortile del centro Polifunzionale di via Roma. E poi Sant'Onofrio. Una volta sbronzi si muovono in gruppo e senza freni inibitori. «Il problema dell'abuso di alcol da parte dei ragazzi sta diventando drammatico - afferma il dottor Giuseppe Solinas del SerD - ma dobbiamo distinguerlo dalla dipendenza che riguarda fasce d'età più elevate. I ragazzi di quella età fanno solo abusi occasionali, ma l'alcol è subdolo e può chiedere il conto anche dopo dieci anni. I ragazzi non dovrebbero bere, i loro sistemi enzimatici sono meno pronti rispetto a quelli degli adulti e i danni a cui vanno incontro sono anche neurologici e di tipo cognitivo»
Fabio Ledda

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