Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. Le Province verso l'addio

Primo passo in commissione per la modifica dello Statuto sardo Scompaiono gli enti, non i servizi: presto le norme per il personale

Condividi su:

Salvo ritardi sempre in agguato, le Province di Cagliari, Sassari, Nuoro (e Oristano) hanno i mesi contati. Tutti d'accordo ed è già una prima notizia. La seconda è che non si sa ancora di preciso dove questi enti trasferiranno armi e bagagli, a cominciare dal personale.
UNANIMITÀ Ieri pomeriggio la commissione Autonomia del Consiglio regionale ha approvato la modifica dell'articolo 43 dello Statuto sardo. Quello che - con la forza della Costituzione - sanciva la divisione della Sardegna in tre enti intermedi. Nel nuovo testo, approvato all'unanimità, al loro posto viene istituita una delega alla Regione: dovrà disegnare una nuova architettura degli enti locali, prevedendo nuovi livelli intermedi. Prima che diventi operativa la nuova formulazione dovrà seguire l'iter di tutte le riforme costituzionali. Il ruolino di marcia prevede il via libera ufficiale dell'aula del Consiglio regionale (forse già la settimana prossima). Subito dopo gli atti saranno trasferiti a Roma dove i due rami del Parlamento li inseriranno nella procedura: saranno necessarie due votazioni a distanza di tre mesi e l'ultima a maggioranza assoluta.
LEGGINA Dal pacchetto resta fuori la provincia di Oristano istituita nel 1974 con legge ordinaria. Si dovrà trovare il tempo di fare una leggina per allinearla al destino delle altre tre inserite nell'iter costituzionale. Quelle “regionali” (Sulcis, Gallura, Olbia, Medio Campidano) erano state già rottamate a giugno e consegnate nelle mani di altrettanti commissari incaricati di gestire la macchina burocratica nell'attesa che la Regione decida cosa farne. Questo è il punto: in cantiere c'è una legge per il riordino degli enti locali, ma stando a quello che si vede e si sente le idee non sono ancora molto chiare.
REAZIONI «Il voto di ieri comunque», commenta Ignazio Artizzu, presidente Pdl della commissione Autonomia, «è un importante passo perché abbiamo dato concreta attuazione al referendum dell'anno scorso: quando i sardi hanno chiesto a gran voce la diminuzione dei costi della politica. Si tratta di una riforma impegnativa, sicuramente la più importante di tutta la legislatura». Per Efisio Arbau (La Base) invece «meglio tardi che mai: occorre un rapido passaggio in aula e la conseguente approvazione parlamentare».
MARETTA I problemi però iniziano qui. «Con il via libera della commissione», aggiunge Michele Cossa, coordinatore dei Riformatori, «è stato fatto un altro significativo passo avanti verso l'attuazione dei referendum. Ora, però, da subito il Consiglio regionale deve lavorare per approvare la legge che ridistribuisce le competenze ai Comuni e alle loro aggregazioni». Questo sì, aggiunge Cossa, «che sarà un passaggio fondamentale per una riforma organica e rivoluzionaria della Sardegna. I Riformatori non molleranno di un millimetro: la riforma degli enti locali, la ridistribuzione dei poteri in capo ai Comuni è un punto fondamentale su cui saremo intransigenti». Tradotto: c'è maretta coi compagni di viaggio della maggioranza. L'accordo è lontano.
L'ACCUSA Di situazione «grottesca» parla invece Giampaolo Diana, capogruppo Pd. «Al di là dei bei paroloni, la maggioranza non ha ancora idea di cosa dovrà succedere alle Province». La Giunta le ha commissariate e basta. «Ha piazzato cinque podestà al posto degli organismi elettivi e li sta usando per preparare la campagna elettorale». In ogni caso il Pd non si chiude al confronto: «La Giunta faccia una proposta di riordino degli enti locali e la presenti in Consiglio regionale».
Antonio Martis

Condividi su:

Seguici su Facebook