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L'unione sarda. Occupazione, scontro sui numeri

L'Agenzia sarda del lavoro è meno pessimista rispetto all'Istat

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Il mercato del lavoro soffre. E su questo tutti sono d'accordo. Sui termini della crisi economica che si trasforma in disastro occupazionale, però, la Regione la vede diversamente dall'Istat e, pur senza puntare il dito contro l'istituto di statistica, fornisce numeri differenti per delineare il quadro del mercato del lavoro nel secondo trimestre dell'anno.
LA PUBBLICAZIONE Nei giorni scorsi è stato pubblicato il bollettino “Congiuntura lavoro Sardegna” da parte dell'Agenzia regionale del lavoro. I numeri dell'Istat tracciano un quadro occupazionale in netto «peggioramento», scrive il direttore dell'Agenzia Stefano Tunis, che allo stesso tempo “rivede” le cifre fornite dall'istituto di statistica, in particolare la diminuzione dell'occupazione complessiva di 54mila unità, con l'aumento di 20mila persone che cercano un lavoro (18,6% il tasso di disoccupazione). L'Agenzia fornisce numeri diversi e spiega anche perché sono differenti da quelli dell'Istat. «La fonte da cui si rileva il dato è il Sil Sardegna, vale a dire il sistema informativo del lavoro messo in piedi dalla Regione», spiega Tunis. In sostanza, il Sil non fa altro che registrare telematicamente i numeri di tutti i contratti di lavoro stipulati dalle imprese. In sostanza, dunque, si fa riferimento al lavoro dipendente e non a quello autonomo. E il quadro che emerge è meno pessimistico di quello delineato dall'Istat.
I NUMERI Secondo le rilevazioni del Sil, dunque, i numeri del secondo trimestre 2013 sono non lusinghieri ma neanche disastrosi. «Il secondo trimestre dell'anno evidenzia un saldo positivo tra ingressi e uscite dal mercato del lavoro di circa 27 mila unità», scrive il direttore dell'Agenzia regionale del lavoro. Il Sil, infatti, ha rilevato «76.363 lavoratori interessati da almeno un avviamento al lavoro», si legge nel bollettino. «Rispetto al primo trimestre dell'anno si riscontra un incremento di circa 25mila unità lavorative, mentre rispetto allo stesso periodo del 2013 un decremento di circa 3.500 unità. Le cessazioni, invece, sono state 49mila, per cui il saldo occupazionale, secondo l'Agenzia è di 27.473 unità, in ripresa rispetto al 2012 (24.579). A incidere sui dati dell'occupazione è soprattutto il comparto turistico: il saldo tra assunti e licenziati è positivo per 17.227 unità lavorative (17.757 nel 2012), anche se in prevalenza a tempo determinato per l'estate. A farla da padrona è la provincia di Olbia, che catalizza il 50% delle assunzione da parte di imprese turistiche.
L'INDUSTRIA Diversi anche i numeri del comparto industriale. Se l'Istat segnala una crescita di circa 14mila occupati, la Regione è più prudente e parla di un saldo positivo di sole 320 unità, così come sono meno drastiche le cifre che riguardano i comparti dei servizi alle famiglie (+6.350 unità) e alle imprese (+2.428) e quello del commercio (saldo positivo per 1.873 unità). «Differenze», conclude Stefano Tunis, «che si spiegano con la diversa metodologia delle rilevazioni che tendono a misurare due grandezze diverse: lo stock di occupati da parte dell'Istat e i flussi occupazionali da parte del Sil». Due facce della stessa medaglia.
Giuseppe Deiana

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