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L'unione sarda. Il Pd mette in campo il tridente

A Quartu primo confronto tra Barracciu, Deriu e Ganau

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Meno male che c'è Abbanoa, verrebbe da dire, perché almeno su quel tema si scorgono le differenze tra i candidati del Pd. Se l'obiettivo è evitare scontri fratricidi e cruenti, il tridente Francesca Barracciu-Roberto Deriu-Gianfranco Ganau lo centra in pieno: il primo dibattito in vista delle primarie del centrosinistra, limitato ai soli campioni del campo democratico, si svolge in un clima quasi zuccheroso, come per smentire la proverbiale litigiosità del partito. «Il vero avversario - dicono praticamente in coro - è il centrodestra».
Glielo ricorda paternamente anche Graziano Milia, nei panni di Anfitrione (è stato lui, con l'associazione Judikes, a riunire i tre candidati in un chiosco del Poetto quartese, per il confronto pubblico che apre la volata verso il 29 settembre): «L'obiettivo è battere la destra», è la raccomandazione dell'ex presidente della Provincia di Cagliari. Non l'unica: convinto che dal tridente uscirà il prossimo governatore, Milia elargisce consigli ai candidati e un imperativo categorico: «Il bilancio della Regione va approvato entro il 31 dicembre, caschi il mondo».
I CANDIDATI La platea (consistente) del chioschetto si trova davanti tre aspiranti leader. Ma non tre proposte radicalmente diverse: cosa che, a pensarci bene, per chi milita nello stesso partito dovrebbe essere normale. Sì, vabbè.
Certo, poi ognuno pone l'accento dove preferisce. Zona franca, per esempio: la perplessità è unanime (come il favore per la fiscalità di vantaggio), ma se Barracciu la articola sottolineando il rischio di perdere risorse, Ganau invita a non dirsi contrari, bensì «favorevoli a una zona franca fattibile. Come quelle doganali e urbane». Deriu sottolinea che «ormai la zona franca è una categoria spirituale, indica il desiderio di liberarsi dal peso fiscale: variamo progetti che ne tengano conto».
Ovviamente emergono i temi forti di ciascun candidato: per Ganau la riforma della Regione, col disboscamento degli enti inutili. E più di una sferzata al Consiglio regionale: «Assurda una Finanziaria che taglia ai Comuni i fondi per le povertà estreme. E la nuova legge elettorale fa schifo».
Nelle parole di Deriu, che pure su questi temi sembra in sintonia con Ganau, spicca la lotta al «centralismo regionale». Francesca Barracciu ricorre spesso al concetto di pari opportunità, ma non (solo) tra uomini e donne: tra i sardi e il resto del mondo, magari. Rispondendo alle domande di Ivan Paone dell'Unione Sarda, l'eurodeputata definisce per esempio il nodo dei trasporti «una questione di uguaglianza tra cittadini e tra regioni». Come l'arrivo del metano (sui cui insiste anche Ganau, infuriato per la fine del progetto Galsi): «Se non si colma questa carenza - dice Barracciu - il sistema economico sardo non può essere competitivo».
DIVISI SULL'ACQUA Vedute diverse, invece, su Abbanoa. Deriu da anni mette in discussione l'ambito unico regionale, Ganau lo conserverebbe. «Non ha senso ritornare a enti provinciali», avverte Barracciu, ma Deriu precisa: «Non dico quello. Serve uno studio che indichi la via che consente le tariffe dell'acqua più basse. E non è l'ambito unico».
Ma nel complesso sono molte di più le convergenze. Anche sull'orgoglio del centrosinistra: «Le soluzioni arrivano dal confronto», dice Deriu, «noi abbiamo iniziato tardi, ma il centrodestra neppure ci prova». «C'è una classe dirigente maturata negli enti locali che merita fiducia, mi candido per questo», conclude Ganau. E Barracciu invita a «rappresentarci sempre come squadra».
GLI ESCLUSI Tanto miele non addolcisce il malumore di Andrea Murgia, candidato indipendente non invitato (come il socialista Simone Atzeni) al dibattito: «Mi dispiace essere stato escluso», dice, «non intendo polemizzare ma la situazione in cui versa la Sardegna richiede di allargare il contributo di ognuno», anziché dar voce solo a chi è «espressione delle correnti Pd».
Nel frattempo Francesca Barracciu incassa il sostegno di una sessantina di amministratori locali del nord dell'Isola: in un documento aperto dalle firme del consigliere regionale Gavino Manca e dall'ex consigliere Pier Luigi Caria (entrambi vicini a Renzi), si motiva la scelta con le caratteristiche di autonomia della candidatura Barracciu, considerata «più capace di altri di associare la capacità di interpretare la domanda di rinnovamento che viene dai cittadini, a una riconoscibile esperienza politica».
L'ALLARME Ora però, dopo gli sviluppi dell'indagine sui fondi dei gruppi del Consiglio regionale, il segretario dei Rossomori Salvatore Melis chiede che «la politica si assuma la responsabilità di una grande pulizia». E la cosa tocca la scelta del leader: «Si facciano le dovute valutazioni anche sul percorso delle primarie», scrive Melis, «per verificare che nessuno dei candidati sia toccato da tali inchieste».
Giuseppe Meloni

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