Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. Aspettando Berlusconi

Il destino del Cav al Senato condiziona le mosse dei leader sardi Primarie in freezer, tra le ipotesi c'è il voto anticipato a novembre

Condividi su:

Il centrodestra? «Come un aereo sulla pista di rullaggio», commenta Settimo Nizzi. Motore acceso e in folle: dopo le polemiche al veleno tra Pili e Cappellacci delle ultime settimane, le varie anime della coalizione preferiscono starsene buone buone. Bocche cucite in attesa di eventi da Roma: al Senato si decide il destino di Berlusconi e da un giorno all'altro lo scenario potrebbe cambiare rapidamente. Ci potrebbe essere la crisi di governo e lo sbocco, dato come il più plausibile dai commentatori, sarebbe quello delle elezioni politiche anticipate in seguito allo scioglimento del Parlamento. In questo caso - l'ipotesi circola sottovoce e ha più di un fondamento - sarebbe possibile agganciare le regionali al treno delle politiche. Un election day buono per risparmiare soldi pubblici e capace di levare tante castagne dal fuoco. Sia da una parte che dall'altra: nelle complicate trattative per i posti in lista entrerebbero anche i giochi per le candidature al Parlamento. A questo punto il risiko porterebbe molte sorprese.
Di cose concrete per il momento c'è poco sul fronte della maggioranza di centrodestra. «Si è vero, siamo in una fase di calma, ma sulle future strategie elettorali stiamo lavorando in silenzio e con prudenza. La prudenza, poi in questi momenti, non è mai troppa». Così Nizzi spiega l'impasse di Pdl e alleati: «Tranquilli, comunque: siamo un partito abituato a fare tutto all'ultimo minuto e quando decidiamo partiamo. In ogni caso siamo pronti a tutto».
Fuori dalla diplomazia vuol dire che tutte le opzioni sono sul tavolo, compresa quella di un voto regionale a novembre: in questo caso Cappellacci dovrebbe dimettersi subito, in modo da decretare lo scioglimento del Consiglio regionale in tempo utile per far coincidere il rinnovo con l'eventuale voto nazionale.
In questi giorni il governatore è all'estero (Lituania). È possibile che lunedì prossimo riprenda in mano le redini delle trattative con un giro di contatti con gli alleati. L'idea delle primarie che aveva lanciato un mese fa è finita in freezer: non ha fatto molta strada, un po' per il fuoco di sbarramento dell'Udc, la freddezza dei Riformatori interessati solo a portare a casa l'abolizione delle Province. Mal di pancia a parte, il test proposto da Cappellacci pronto a mettersi in gioco, non ha sbloccato l'impasse interno al Pdl.
Pili continua per la sua strada solitaria, ma tiene le carte ancora coperte. Ha trascorso l'estate in tour nei paesi, sotto le bandiere del suo movimento Unidos. Nelle sue iniziative a tutto campo (da Tirrenia alla vendita dei palazzi pubblici) non ha mai fatto mancare stoccate velenose contro gli attuali inquilini di Villa Devoto. Ed anche la sua distanza dal Pdl si è allargata con la minaccia di passare all'opposizione alla Camera. Ma anche il deputato aspetta gli eventi. Quelli romani in primis.
Anche la nascita (ma sarebbe meglio dire la ri-nascita) di Forza Italia in Sardegna è condizionata dal destino di Berlusconi e del governo. Tutto è pronto per il ritorno alle origini, compreso la scontata emigrazione di qualche ex An - ma non tutti - in Fratelli d'Italia. Resterà poi da vedere cosa succederà a Mario Diana e Claudia Lombardo: hanno rotto i ponti col gruppo consiliare Pdl e Cappellacci. Ma in ogni occasione ribadiscono di «essere e restare all'interno del centrodestra». Non sarà semplice ricomporre i cocci.
Antonio Martis

Condividi su:

Seguici su Facebook