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L'unione sarda. Studenti allo sbaraglio

Slittano le nomine dei supplenti, classi a rischio

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NUORO Presidi in ansia, sindacati sul piede di guerra, giovani disorientati che vorrebbero frequentare corsi che invece vengono loro preclusi, e altri che in aula dovranno fare i turni per respirare per carenza di metri quadri. La scuola è nel caos anche a Nuoro, appesa alle decisioni di Governi lontani. Prova ne è che le nomine per le supplenze alla Secondaria sono slittate alla prossima settimana.
INCERTEZZA SULLE DEROGHE Intanto, se il Liceo musicale Satta del capoluogo barbaricino e quello di Bitti avranno le prime che hanno richiesto si saprà solo tra qualche giorno quando il vicedirettore dell'Ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani, fresco di confronto con il Ministero, scioglierà la riserva. Caso eclatante quello del Satta, dove venti aspiranti studenti-musicisti risultano in sovrannumero e non sanno ancora se potranno frequentare. Il loro destino è legato proprio all'istituzione della prima. «Oltre a ledere il diritto allo studio, così si incentiva la dispersione scolastica», tuona Maria Luisa Ariu responsabile della Cisl Scuola, «e per giunta stiamo parlando del biennio obbligatorio. Stesso discorso per il convitto di Sorgono, la cui non apertura avrebbe ricadute negative anche sull'Agrario che i ragazzi del circondario scelgono volentieri anche perché c'è questo appoggio ricettivo».
SUPER-CLASSI In trincea, sempre a Nuoro città, le Medie Maccioni e Borrotzu, che rischiano di ritrovarsi con emergenze di oltre 30 studenti per aula se non sarà rimodulato il contingente dei docenti. La Maccioni è addirittura in possesso delle relazioni di vigili del fuoco e ispettori Asl , in base alle quali i locali di cui dispone, per ragioni di sicurezza, non potrebbero ospitare più di 28 persone tra alunni e professori. «Cerchiamo di essere fiduciosi fino all'ultimo», dice il dirigente Antonio Alba, «ci auguriamo che vinca il buon senso e ci concedano una classe in più che ci consentirebbe di non superare i 23 alunni. Ma è anche vero che siccome le risorse per la scuola erano ancorate all'Imu, il messaggio è che soldi non ce ne sono».
IN TRINCEA Maria Di Patre, vicecoordinatrice nazionale Gilda insegnanti, è impegnata in prima linea su più fronti: «Abbiamo fatto pressione e il direttore ha detto che ci avrebbe fatto sapere entro la prima decade di settembre», dice, «le deroghe verranno forse concesse ma poi bisognerà vedere come la direzione regionale deciderà di utilizzarle». E non è tutto: «Insistiamo perché negli istituti professionali e tecnici, siano istituiti i cosiddetti uffici tecnici», aggiunge Di Patre, «salvaguardia di materie come informatica. Lo hanno richiesto il Chironi di Nuoro e l'Istituto superiore di Siniscola».
Francesca Gungui

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