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L'unione sarda. La zona franca? Sì, del lavoro

Simone Atzeni (Psi) presenta la sua sfida alle primarie del centrosinistra

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La zona franca? «Sì, del lavoro». Molto semplice e soprattutto efficace: venire incontro a imprenditori e artigiani che vogliono assumere facendogli risparmiare un bel po' di oneri. Esempio: su mille euro che entrano nelle tasche di un dipendente, il datore ne paga altri 850 tra tasse e contributi vari, vale a dire l'85 per cento. «La mia proposta è questa: scendiamo al 35 per cento e la differenza la dà la Regione».
Simone Atzeni è andato al sodo ieri pomeriggio presentando a Cagliari la sua candidatura alla gara delle primarie del centrosinistra. Quarant'anni, economista, specialista di progettazione finanziaria alle spalle le bandiere rosse, quelle storiche del partito socialista e un paio d'anni in prima linea come responsabile del parco marino di Villasimius. Una lezione di economia, la sua. Ricca di cifre, compresa una slide che raffigura come una mappa i passaggi da compiere per far uscire la Sardegna dal pantano partendo da due grandi sfide: il lavoro e le imprese. «La storia siamo noi, scriviamola insieme»: questo lo slogan scelto per catturare i consensi nel popolo di centrosinistra, forte di novemila firme raccolte a supporto della sua discesa in campo. «Ma a me non interessa uno scontro di muscoli, cioè tra chi presenta più firme. Voglio una sfida di cervello». Vale a dire programmi per governare la Sardegna che il Psi vuol portare al tavolo del centrosinistra. Atzeni riparte dal lavoro, il grande buco nero dell'economia sarda che ha percentuali di disoccupazione peggiori della media nazionale. Per incoraggiare le imprese ad assumere la Regione potrebbe mettere in conto 2,7 miliardi. «Soldi», spiega il candidato socialista, «reperibili nelle pieghe del bilancio regionale alla voce “spese improduttive”. Possono anche essere recuperati dalla vertenza entrate con lo Stato: anziché andare a Roma con il cappello in mano , ci presentiamo con una proposta seria di riforma del mercato del lavoro».
Nel suo programma altre idee innovative, tutte mirate a dare valore «all'identità dei sardi». In agricoltura la defiscalizzazione di tutte le aziende, «tutte non solo quelle giovanili». Per le imprese Atzeni propone i distretti industriali con servizi in comune per le piccole, avendo il «coraggio della selettività» nei contributi. Altrettanta rivoluzionaria la proposta-energia, cioè la costituzione di una «rete sarda» di distribuzione alimentata da eolico e solare installato nelle case. E per i trasporti, la carta che può cambiare è quella della tariffa unica per tutti. Sardi e no.
Antonio Martis

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