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L'unione sarda. “Cortes apertas”, i profumi dell'autunno

In Barbagia le porte si spalancano su un mondo antico e bellissimo

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Il tempo sembra essersi fermato. Tutto è come cinquant'anni fa e pure di più. Giovani e vecchie massaie in bucca 'e vurru che preparano il pane carasau, il pastore che tuffa le mani nel pentolone di rame per recuperare il formaggio e i bimbi che si divertono con semplici giochi realizzati con canne, tappi di bottiglia o una semplice corda. E in sottofondo su ballu tundu cantadu a tenore ballato con indosso gli abiti tradizionali. Ogni anno, da oltre tre lustri, la Barbagia fa un tuffo nel passato: Cortes apertas si conferma una calamita per turisti stranieri e non solo, appassionati di riti antichi e nostalgici degli anni '50 e giù di lì.
Autunno in Barbagia nasce a Oliena diciassette anni fa, ai piedi del Monte Corrasi, grazie all'acuta intuizione di amministrazione comunale e associazione Eureka (l'Aspen e la Camera di commercio si sono affiancate l'anno successivo). L'intento era salvaguardare il centro storico e le tradizioni alla riscoperta dei grandi cortili: prodotti tipici, degustazioni e folclore, il tutto a uso e consumo dei visitatori affamati di “sardità”. «All'interno delle cortes devono essere riproposti gli antichi mestieri, realizzare sul momento il pane, il dolce o l'utensile e successivamente venderlo», dice Cenceddu Palimodde ricordando le regole dell'evento. Proprietario del rinomato ristorante Ck, a Oliena, ed esperto di tradizioni paesane, l'imprenditore analizza l'evento nel contesto attuale. «Nonostante viviamo in un'epoca dominata dalla tecnologia e dal dinamismo, la gente è ancora attratta dai mestieri e dai riti antichi: le tradizioni non passano mai».
Le Cortes viste dagli occhi di Christophe (Gristolu) Thibaudeau sono “un evento straordinario”. Metà dei suoi 63 anni li ha trascorsi a Parigi prima di trasferirsi inizialmente a Gavoi (dove è stato assessore alla Cultura) e poi a Capo Comino, sua attuale dimora. Il giornalista transalpino innamorato della Sardegna non manca di partecipare a ogni tappa della manifestazione d'autunno. «Un'occasione unica per riscoprire paesi, cortili e ammirare le vecchiette che mostrano i merletti». Gristolu, in pensione da pochi mesi, solleva qualche critica all'organizzazione e agli espositori. «Ognuno dovrebbe esporre nei propri paesi e non usare le Cortes come mercatini. E, soprattutto, la rassegna dovrebbe espandersi su tutto il territorio regionale e non restare circoscritta alla Barbagia».
L'edizione 2013 del circuito incantato decolla da Bitti e Sarule. Taglieranno il nastro inaugurale in contemporanea i due Comuni che, da anni, sono meta di turisti e appassionati. Balli e canti, prodotti enogastronomici e artigianato, arte e archeologia sono i punti di forza dei due centri. A Bitti la manifestazione (organizzata dal Comune in collaborazione con le associazioni del paese) entra nel vivo oggi con Sas Olimbiades. Proseguirà domani e domenica con preparazione e degustazione di prodotti tipici, presentazione di libri, rappresentazioni teatrali e proiezioni di film. Non mancheranno Su ballu de S'Aglia e i canti a tenore lungo l'itinerario. Sarule metterà in mostra dolci, pane e formaggi. Gli artigiani saranno impegnati nella lavorazione di tappeti, ferro battuto e sughero. L'evento, organizzato da Comune e Pro loco, prevede concorsi di pittura, convegni sul settore agroalimentare sfilate di moda, la seconda edizione di Cantande in vichinadu con il coro Vadore Sini e gli organettisti provenienti anche dai centri vicini.
Giovanna Falchetto

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