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L'unione sarda. Piazza Craxi? «Scelta anticonformista»

Il figlio Bobo oggi a Loceri alla dedica ufficiale: «La storia darà ragione a mio padre»

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Da questa mattina, a Loceri, ci sarà piazza Bettino Craxi. Una dedica a un personaggio controverso, protagonista (nel bene o nel male secondo i punti di vista) della storia italiana della prima Repubblica. All'inaugurazione ci sarà anche Bobo Craxi, figlio di Bettino che, sulle orme del padre, sta cercando di restituire al Partito Socialista un nuovo lustro e «uno spazio di autonomia politica, in alternativa al Pd, di cui non siamo una sottomarca». La scelta di dedicare la piazza a Bettino Craxi ha dato vita a un dibattito acceso tra sostenitori e denigratori: questioni su cui Bobo Craxi non vuole intervenire poiché «la democrazia è dire quello che si pensa, accapigliarsi non sarebbe utile e ci sono altri problemi da risolvere». La cerimonia si svolgerà questa mattina nella piazza.
Craxi definisce «un riconoscimento anticonformista», la scelta di dedicare la piazza al padre: «È una lettura razionale della realtà e della storia della prima Repubblica che ha avuto una politica migliore di quella attuale», spiega il leader socialista. Un percorso avviato dall'ex segretario provinciale del Psi ogliastrino, Gianfranco Lecca, che ha raccolto le firme di cento cittadini per la petizione presentata al sindaco di Loceri, Ivo Deiana. Un elemento di pacificazione tra la storia e l'ex presidente del Consiglio, travolto dallo scandalo di Tangentopoli. Sono passati vent'anni dalla nascita della seconda Repubblica, «fallimentare», secondo l'esponente socialista, e ancora pochi per «avere un giudizio chiaro sulla figura di mio padre a cui sarà la storia a dare ragione». Intanto, il presente non offre un termine di paragone vincente poiché «consiglierei ai protagonisti attuali di chiedere un'amnistia per i loro reati. Sono convinto che la classe dirigente si emendi dei propri misfatti». Dunque, se il presente e il futuro sono a tinte fosche, a causa di una «crisi economica, politica e istituzionale», si cerca in figure del passato «un punto di riferimento stabile, non un richiamo passatista, ma vecchie tradizioni».
Esiste, però, anche un futuro all'insegna della rosa socialista (non più il garofano), che significa «rinnovamento della classe dirigente», spiega Craxi. «Anche in Sardegna la candidatura alle primarie del nostro esponente, Simone Atzeni, è un segnale che va in questa direzione». Le prossime elezioni regionali sono un banco di prova allettante e impongono un duplice obiettivo: «Far conoscere il rinnovamento e stare all'interno del Consiglio regionale per contribuire a dare alla Regione stabilità politica». Obiettivi da raggiungere all'interno dello schieramento del centrosinistra figlio «di una legge regionale che impone il modello bipolare della cui necessità non sono convinto», sottolinea Craxi, «i socialisti, alternativi al Pd, si fanno largo, facendo una scelta di coalizione ma rappresentando una realtà politica completamente diversa. La sinistra storica deve avere un suo spazio». Le criticità dell'isola sono chiare e «bisogna assicurare alla Sardegna un futuro meno provinciale risolvendo le questioni su cui lo Stato ha voltato le spalle».
Matteo Sau

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