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L'unione sarda. Lingua blu: l'appello

I veterinari non bastano: la Asl di Lanusei propone una task force pubblico-privata per far fronte alla campagna di vaccinazione

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LANUSEI Lingua blu: i veterinari della Asl non bastano, servono rinforzi. La prima a chiedere nuovi finanziamenti per far fronte alla campagna di vaccinazione è stata la Asl di Lanusei che, appena ricevute le dosi da somministrare agli ovini, ha inviato l'istanza alla Regione. L'idea è quella di stipulare una convenzione con i veterinari privati per creare una task force mista che consenta di coprire tutti gli ovili del territorio nel minor tempo possibile. Una convenzione simile è stata proposta dalla Asl di Cagliari ma entrambe le aziende sanitarie sono ancora in attesa di una risposta dall'assessorato competente, dove è tutto pronto o quasi, per il vertice tra il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e l'assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci previsto per giovedì mattina.
IL DECRETO Martedì, invece, dovrebbe arrivare la firma del nuovo decreto «salva-ovili», una sorta di piano straordinario che darà il via libera ai 10 milioni di euro di risarcimento per le aziende colpite dalla malattia e metterà nero su bianco le strategie di prevenzione che dovrebbero garantire alle aziende sarde un futuro più sereno.
Tanto per cominciare la campagna di vaccinazione inizierà con un anticipo di almeno tre mesi rispetto a quella del 2013: le prime dosi sono state distribuite a luglio alla Asl di Lanusei, Cagliari e Iglesias, ovvero quelle che avevano registrato i primi focolai nel 2012.
IL BUTOX Tra le ricette proposte dagli addetti ai lavori per combattere il morbo e il culicoides , il piccolo insetto che ne è portatore, poi, spunta anche una bomboletta spray. «Abbiamo chiesto alla Regione di introdurre il Butox tra le misure per combattere il culicoides », spiega Battista Cualbu, presidente regionale della Coldiretti e allevatore. Il Butox è un repellente, una sorta di antizanzare. Costa circa sessanta euro al litro, viene spruzzato sulla schiena degli animali e tiene alla larga il culicoides per almeno un mese. «Prevenire è meglio che curare», insegna Cualbu che del culicoides conosce ormai tutte le abitudini. «La cosa che ci preoccupa in questa nuova ondata della malattia è che per la prima volta sono stati registrati dei focolai a più di 500 metri di altitudine». La bozza del decreto regionale ieri è stata inviata al ministero della Salute e domani arriverà sul tavolo della task force creata per combattere l'emergenza prima della firma finale.
I DATI Intanto, negli ovili la malattia continua ad avanzare: le bestie vengono abbattute e gli allevatori non possono fare altro che scavare nuove fosse e seppellire le carcasse.
I dati resi noti dall'istituto zooprofilattico durante il convegno che si è svolto venerdì scorso a Cagliari, tuttavia, raccontano di una strage a metà. Tra gli oltre 773 mila animali di quindici mila aziende sono stati isolati 2.500 focolai. Le province più colpite sono quelle di Nuoro, Oristano e Sassari. Gli animali morti nel 2013 per l'epidemia sono 5.483 contro i 10 mila dello scorso anno. La mortalità è scesa allo 0,7 per cento. Numeri confortanti rispetto alle epidemie degli anni passati. Dati che raccontano che qualcosa è cambiato. Ma non abbastanza.
Mariella Careddu

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