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L'unione sarda. Primarie, i temi che dividono

Dalle alleanze al taglio degli enti, punti di contatto e differenze tra aspiranti leader

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Qualcuno sa già chi votare, ma tanti elettori devono ancora farsi un'idea: da qui al 29 settembre, domenica delle primarie, i candidati illustreranno al popolo del centrosinistra i propri pensieri. Non sempre coincidenti: rispondendo alle domande dell'Unione Sarda su alcuni temi specifici, gli aspiranti leader svelano analogie e differenze.
Non tutti, però: Francesca Barracciu non partecipa al gioco, e non fornisce le risposte sugli argomenti richiesti. «Per il tipo di campagna elettorale che sto facendo, basata sul dialogo coi cittadini», spiega l'eurodeputata, «non posso fissare in un sì o un no posizioni che sono articolate e potrebbero anche modificarsi, benché ovviamente abbia le mie idee». A onor del vero anche gli altri candidati hanno evidenziato la difficoltà di tagliare con l'accetta i propri ragionamenti per dare risposte secche, scegliendo comunque di offrire qualche indicazione agli elettori.
FISCO Sulla zona franca integrale, per esempio, Roberto Deriu e Gianfranco Ganau vanno controcorrente rispetto all'opinione prevalente nel Pd e dicono sì, ma con qualche avvertenza: «Solo se fosse praticabile», aggiunge il primo, «temo però che non lo sia. In quel caso, dovremo comunque cercare una via per alleggerire il peso fiscale». Anche Ganau chiede come presupposto «la piena sostenibilità»: nel frattempo si attuino le zone franche doganali e urbane. Simone Atzeni crede invece negli sgravi fiscali sul lavoro; Andrea Murgia dice «no all'integralismo, sì alla fiscalità di vantaggio». Tutti d'accordo sul taglio degli enti regionali. Atzeni invoca «il coraggio della selettività». «La Regione faccia le regole e affidi la gestione agli enti locali», afferma Ganau. Ancora una volta il sindaco di Sassari è in sintonia con Deriu, che predica il taglio a metà del bilancio regionale per raddoppiare invece quello di Comuni e Province, e trasferire i compiti gestionali ai livelli amministrativi più «bassi».
RINNOVAMENTO Uniformità totale anche sulla proposta di non ricandidare, al Consiglio regionale, chi ha alle spalle già due legislature. È uno dei punti forti di Andrea Murgia, che aggiunge: «Vogliamo disboscare le paludi del sottogoverno, le nomine politiche degli incompetenti». Deriu si mostra poco interessato al tema ma chiede in ogni caso che la regola sia «la stessa applicata ai sindaci», cioè appunto il divieto di terzo mandato.
Molta convergenza sul no al progetto Eleonora, le trivellazioni Saras ad Arborea per cercare metano, che Murgia definisce «antistoriche e inutili». Solo Deriu dice che «devono decidere le popolazioni locali con un referendum». Ganau è contrario «almeno alle condizioni attuali. Il sottosuolo è patrimonio pubblico e il suo sfruttamento dev'essere condiviso dai territori».
ALLEANZE Al Psd'Az che bussa alla porta del centrosinistra dicono no Deriu («è meglio anche per i sardisti, quando fanno un'alleanza poi ci si trovano male») e Ganau («quel partito ha le responsabilità dei disastri della Giunta Cappellacci»): entrambi però precisano che le alleanze le decide la coalizione.
Ancora più netto lo stop di Murgia: «Non ci sarà né ora né mai un allargamento a chi in questi anni era dentro le logiche spartitorie, la gestione della torta, il disastro del niente». Atzeni apre uno spiraglio, ma solo se i sardisti prendono «in modo netto» le distanze dal passato, e «a patto che ci sia il consenso di tutta la coalizione. Sono più interessato al confronto col Partito dei sardi, e vorrei che i Rossomori fossero soddisfatti delle scelte della coalizione».
Giuseppe Meloni

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