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L'unione sarda. Un proiettile nella cucina

Scampato pericolo per Nico Piras e la moglie

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LULA Hanno rischiato grosso l'operaio e la moglie nella tarda serata di sabato quando qualcuno ha esploso quattro fucilate contro la facciata della loro casa. Qualche proiettile, infatti, ha infranto la finestra della cucina e ha raggiunto il tavolo. Per fortuna in quel momento Nico Piras, 32 anni, e la moglie stavano seduti sul divano ed erano perciò fuori dalla traiettoria. Altrimenti le conseguenze della pesante intimidazione sarebbero state ben diverse.
LO SPAVENTO Nico Piras e la moglie se la sono cavata con un enorme spavento. Il proiettile è entrato in casa a pochi metri dal divano dove si trovavano in quel momento. Avevano già cenato, seduti attorno al tavolo dove poi è arrivato il proiettile. Gli attentatori, entrati in azione intorno alle 22,30, probabilmente erano intenzionati a mandare un pesante messaggio intimidatorio all'operaio, senza però voler colpire né lui né la moglie. Hanno mirato perciò alla facciata dell'abitazione, ma un proiettile vagante è finito pericolosamente dentro la cucina. Una dinamica che ricorda quella drammatica che a Lula dieci anni fa - nel novembre del 2003 - ha ucciso la piccola Luisa Manfredi, figlia quattordicenne di Matteo Boe e di Laura Manfredi.
INDAGINI I carabinieri hanno avviato subito gli accertamenti sulle fucilate di sabato sera. Per terra non sono stati trovati bossoli. I militari della stazione di Lula e della compagnia di Bitti hanno eseguito un sopralluogo dentro e fuori dall'abitazione di Nico Piras e avviato subito le indagini che non si presentano facili. Resta da individuare il possibile movente per dipanare il mistero che avvolge la vicenda. Nel tentativo di chiarirne, almeno in parte, i contorni gli investigatori riprendono in mano vecchi fascicoli che negli anni passati hanno coinvolto Nico Piras. Il caso più clamoroso risale al 2010 quando l'operaio è finito in carcere perché dal suo fucile, detenuto illegalmente, era partito un colpo accidentale che aveva ferito il fratello Angelo Maria a una coscia.
VECCHIA STORIA Angelo Maria era stato assolto per il tentato omicidio dei carabinieri durante l'assalto della jeep avvenuta in piazzale Loreto, nel centro di Lula, nel 2003. Successivamente, però, era finito in carcere per altri reati. Il giudice di sorveglianza gli ha concesso di scontare gli ultimi mesi di pena nell'agriturismo di famiglia. Qui è avvenuto l'incidente. Era il maggio del 2010. Angelo Maria Pira si è presentato dai medici che gli hanno assegnato trenta giorni raccontando di essere scampato a un agguato. Ma i carabinieri non gli hanno creduto e hanno arrestato il fratello Nico. Lo stesso che sabato sera, mentre era seduto sul divano della sua casa, è finito nel mirino di ignoti attentatori e ha rischiato il peggio per colpa di un pallettone finito sul tavolo.

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