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L'unione sarda. I cacciatori rischiano lo sfratto

NUORO. Per tutelare la specie nuove regole in arrivo con il piano di gestione della Zps del Monte

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NUORO I cacciatori potrebbero essere sfrattati dalle aree del monte Ortobene dove ora è consentita l'attività venatoria. Il piano di gestione della Zps, messo a punto dai progettisti e dall'assessorato comunale all'Ambiente, propone una nuova regolamentazione. Il motivo? «L'attività venatoria è attualmente consentita e praticata anche in prossimità del sito di nidificazione dell'aquila reale», spiegano i tecnici e l'assessore Luca Lapia.
PROPOSTA Il piano non è ancora un atto definitivo perché i cittadini possono presentare le loro osservazioni: hanno tempo fino al 21 ottobre. Successivamente approderà in consiglio comunale per la decisione definitiva dopo un primo passaggio interlocutorio previsto già nelle prossime settimane. Ma il progetto delinea comunque interventi e necessità per tutelare gli habitat delle specie da proteggere e per promuovere uno sviluppo rispettoso dell'ambiente.
LA SITUAZIONE Attualmente l'attività venatoria è consentita solo nelle zone di Jacupiu e Sae Zomauro, estese l'una per 600 ettari e l'altra per 70 ettari. Possibile qui la caccia al cinghiale e alla selvaggina stanziale come pernice sarda e lepre, in forma vagante, e alla migratoria, anche in posta fissa. Le battute di caccia al cinghiale sono praticate da cinque compagnie organizzate.
I PROBLEMI Il punto è che l'attività venatoria è consentita in zone troppo vicine ai rocciai frequentati dall'aquila reale. C'è anche un altro problema. Alcune giornate del calendario venatorio regionale coincidono, almeno in parte, con il periodo di deposizione e schiusa delle uova proprio dell'aquila reale, specie da tutelare ad ogni costo anche per l'Unione europea che apposta istituisce la Zps, cioè la zona di protezione speciale. Il periodo più critico è concentrato tra gennaio e febbraio.
NUOVE REGOLE «Queste attività, se non adeguatamente regolamentate, rappresentano una minaccia per le specie prioritarie», sottolineano i progettisti del piano di gestione, guidati da Peppino Mureddu, e l'assessore Lapia. Da qui la necessità di prevedere un piano di gestione faunistico-venatorio su misura della Zps con una valenza quinquennale. Obiettivo garantire la conservazione delle specie e ridurre l'impatto dell'attività di caccia soprattutto nei periodi riproduttivi. ( m. o. )

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