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L'unione sarda. Da Ottana Energia sì al carbone in attesa del metano

Polemiche dopo il vertice romano

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OTTANA Il destino delle industrie è legato prima al carbone e poi al rigassificatore del Sulcis. Un progetto firmato dal gruppo Clivati che nel vertice di venerdì scorso a Roma sulla centrale di Ottana Energia avrebbe trovato anche il sostegno del Governo. In pratica la proroga per un anno è stata accompagnata dalla conferma della necessità di una riconversione della centrale che, senza il paracadute del prezzo d'acquisto dell'energia garantito dall'essenzialità confermata per il 2014, prima il carbone e poi il gas, sarebbero scelte necessarie. Il sottosegretario De Vincenti è stato infatti chiaro: «Con i generatori di regolazione della rete, l'essenzialità non sarà più necessaria, per questo è importante che Ottana proceda senza tentennamenti col progetto di riconversione della centrale».
Insomma il futuro torna nelle mani dei sardi. «È molto importante la posizione assunta dal Governo - dice il presidente di Confindustria Roberto Bornioli - bisogna però prendere decisioni immediate e puntare su altre soluzioni. Una di queste è il gas, ma per farlo arrivare a Ottana non bastano 12 mesi». Per parte sua l'assessore regionale all'Industria sottolinea di aver «riferito al Ministero le istanze di un intero territorio unanimemente schierato per il futuro della centrale elettrica. Ho anche manifestato - scrive Antonello Liori in una breve nota - la condivisione per il progetto del rigassificatore nel Sulcis, importante per l'intero sistema energetico regionale. Da parte del Ministero c'è stato un valido supporto e un'importante condivisione delle richieste fatte da Regione e azienda». Torna quindi in ballo la soluzione-ponte del carbone avversata tra gli altri dalla Coldiretti e dai sindaci di Ottana e Nuoro. E ieri a ribadire il no è stata A Manca pro s'Indipendentzia che in una nota sul vertice Roma accusa «sindacati confederali e Confidustria» sostenitrici del carbone «di svendere ancora una volta il già compromesso territorio della piana di Ottana per una manciata di posti di lavoro e molte illusioni. La nostra preoccupazione - scrive A Manca - aumenta vista l'arroganza dimostrata da Clivati (unico indagato insieme a un suo capoturno) per la fuoriscita di sostanze ancore ignote che si posarono sul bestiame e sul territorio di Ottana e Noragugume con un notevole danno economico e di immagine per gli allevatori». ( f. o. )

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