Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. Tagli alle indennità, è scontro

NUORO. L'assessore al Bilancio: tutto regolare, l'esecutivo Bianchi ha fatto un atto importante

Condividi su:

NUORO Dopo il plauso arrivano le polemiche. Il taglio del 20 per cento nelle indennità di sindaco e assessori, deciso venerdì dalla giunta Bianchi, raccoglie consensi anche nell'opposizione che, però, non risparmia le sue bacchettate. «È un atto dovuto, non una concessione. Dal 2006 al 2013 sono stati fatti pagamenti illegittimi», denuncia Peppe Montesu, consigliere comunale e segretario cittadino del Pdl. Il suo gruppo ieri presenta una proposta per estendere il taglio anche ai gettoni di presenza dei consiglieri. Intanto, lui butta giù i numeri per dimostrare che le indennità in questi anni - già prima dell'elezione a sindaco di Alessandro Bianchi avvenuta nel 2010 - sono maggiorate rispetto ai criteri indicati dalla norma. Ricostruzione bocciata dall'assessore al Bilancio, Tore Daga, che dice: «Gli uffici hanno già fatto calcoli e verifiche».
I CONTI Montesu ipotizza un risparmio annuo di 70 mila euro grazie ai tagli annunciati. Gli uffici comunali stimano una minore spesa di 4.400 euro al mese che nell'arco di un anno arriva a circa 53 mila euro. Risparmio a parte, l'esponente del Pdl punta l'indice sulle indennità pagate sinora. «Mi chiedo quante persone avremmo potuto aiutare con quello che è stato pagato illegittimamente dal 2006 al 2013. Volendo quantificarlo, stiamo parlando di almeno 560 mila euro». Montesu ricorda di aver posto il problema un anno fa. «Scoprii, con mio grosso stupore, che l'indennità del sindaco era superiore rispetto al dovuto di 930 euro al mese, quella del vice sindaco di 1340 euro e quelle degli assessori e del presidente del Consiglio di 668 euro. Mi fu detto che tutto era regolare».
ACCERTAMENTI «Il sindaco pubblicò su Facebook la sua busta paga: invece di 3.720 euro ne percepiva 4.650», sottolinea Montesu tirando fuori quella del presidente della Provincia che ha un'indennità equiparata al sindaco del Comune capoluogo ma ne percepisce una inferiore. «Inviai una lettera al presidente del collegio dei revisori dei conti. Mi confermò di aver trasmesso al primo cittadino una richiesta di verifica».
LE CORREZIONI Dopo la delibera di venerdì l'indennità del sindaco - secondo Montesu - è in linea con quanto previsto dal decreto. Ma la vicenda non sarebbe chiusa per gli altri rappresentanti dell'esecutivo. «Devono ancora essere ridotte le indennità del vice sindaco, degli assessori e del presidente del Consiglio. Gli stipendi di questi signori - attacca - continuano a essere illegittimi in quanto l'indennità del vice sindaco dovrebbe essere calcolata nella misura del 55 per cento di quella del sindaco, invece veniva calcolata sul 75 per cento dell'indennità vecchia del sindaco: con un taglio del 20 per cento si porta a 2.785 euro contro i 2.046 previsti; quella di assessori e presidente del Consiglio calcolata al 55 per cento dell'indennità del sindaco contro il 45 per cento previsto: rimane a 2235 euro contro i 1674 previsti dalla norma». Montesu sollecita l'adeguamento, assieme a un'azione di recupero delle indennità erogate dal 2006.
LA REPLICA «Gli uffici hanno fatto già le verifiche», taglia corto l'assessore Daga a rassicurare che tutto è regolare. Invece di sbandierare altri numeri fa una riflessione politica. «La Giunta ha dato un segnale importante riducendosi le indennità in un momento di crisi. Capisco che questo atto dia fastidio. Capisco anche i dubbi e le perplessità di Montesu. Per quanto mi riguarda - aggiunge Daga che non ha l'indennità piena perché è regolarmente al lavoro, anziché in aspettativa - posso fare l'assessore anche gratis. Il punto è che la posizione di Montesu finisce per legittimare un certo populismo che vuole che la politica possa essere fatta solo da chi ha soldi».
Marilena Orunesu

Condividi su:

Seguici su Facebook