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L'unione sarda. In 20 sono già a processo per peculato

LA PRIMA TRANCHE. L'indagine madre aveva coinvolto solo il Gruppo Misto e Sardegna Insieme

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Per mesi in tanti si erano lamentati del fatto che la prima inchiesta sui fondi pubblici destinati ai gruppi del consiglio regionale si fosse limitata al Misto e a Sardegna Insieme, mentre erano rimasti fuori i principali partiti.
Poi, lo scorso novembre, era arrivata la clamorosa e per certo versi attesa svolta, col pm Marco Cocco che aveva aperto un fascicolo nuovo di zecca ma stavolta a 360 gradi. A far scattare il nuovo filone d'indagine era stato l'interrogatorio a cui si era sottoposto un mese prima Adriano Salis, l'esponente dell'Idv coinvolto nella prima tranche che la prossima settimana sarà giudicato con il rito abbreviato. All'udienza preliminare Salis aveva risposto alle domande del pm Cocco e del Gup Cristina Ornano fornendo quella “notizia di reato” la cui mancanza, sino a quel momento, aveva impedito alla Procura di estendere l'indagine anche agli altri gruppi. Salis non aveva fatto nomi, ma aveva spiegato che tutti i partiti utilizzavano quei soldi, destinati a finanziare l'attività istituzionale e politica del gruppo, con molta disinvoltura.
Dichiarazioni che, appunto, erano servite al pm Cocco per iniziare gli accertamenti sugli altri gruppi politici costituiti in seno al Consiglio regionale nelle precedente e nell'attuale legislatura. Da quel momento si è dunque andati a verificare come siano stati utilizzati i circa 24 milioni di euro di cui hanno usufruito i partiti sardi dal 2004 ad oggi. Una cifra astronomica a cui si arriva partendo dalla quota individuale di 2500 euro al mese prevista per ognuno degli 80 consiglieri regionali. In tutto sono 200mila euro per cinque anni: dunque 12 milioni di euro. Ma visto che le legislature finite sotto la lente d'ingrandimento sono due ecco che si arriva ai 24 milioni.
Il secondo tsunami politico-giudiziario prende forma proprio quando i tre processi nati dalla prima inchiesta stanno ormai entrando nel vivo. Il 18 settembre dovrebbe essere il giorno del giudizio per Adriano Salis - l'unico che ha scelto l'abbreviato - a cui sono contestate spese illegittime per 60.000 euro. Il 24 settembre invece partirà il processo in Tribunale ai 18 consiglieri che hanno optato per il rito ordinario: l'eurodeputato Giommaria Uggias, gli assessori regionali Oscar Cherchi e Mario Floris, Carmelo Cachia, Giuseppe Giorico, Sergio Marracini, Salvatore Serra, Tore Amadu, Renato Lai, Alberto Randazzo, Giuseppe Atzeri, Beniamino Scarpa, Maria Grazia Caligaris, Raimondo Ibba, Pierangelo Masia, Raffaele Farigu, Peppino Balia e Vittorio Randazzo dovranno rendere conto dei soldi ricevuti dai gruppi Misto e Sardegna Insieme.
Il 4 ottobre, infine, riprenderà il processo a Silvestro Ladu, che si trova a giudizio da solo perché la sua posizione, diversa da quella degli altri 19, era stata stralciata e l'inchiesta era andata avanti più velocemente: l'ex consigliere regionale ed ex deputato è accusato di peculato e falso per le spese (253.000 euro) effettuate coi soldi del gruppo Fortza Paris di cui è stato presidente dal 2004 al 2008.

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