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L'unione sarda. Oppi interrogato, Ladu diserta

Già sentiti pure Artizzu (An), Balia (Fas) e Marroccu (Pd)

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«Di cosa abbiamo parlato? Di musica». Un Giorgio Oppi versione caustica ha liquidato così i cronisti che ieri mattina, poco dopo mezzogiorno, lo hanno aspettato all'uscita degli uffici della sezione di pg dei carabinieri al secondo piano del palazzo di Giustizia di Cagliari. Per poco più di un'ora il leader dell'Udc ha risposto alle domande degli investigatori dell'Arma incaricati dal pm Marco Cocco, insieme alla Guardia di Finanza, di indagare sulla gestione dei fondi ai gruppi in Consiglio regionale dal 2004 a oggi, ma sul contenuto del faccia a faccia non è trapelato nulla. L'esponente politico, citato come semplice testimone, se l'è cavata con una battuta, mentre gli inquirenti continuano a mantenere il più stretto riserbo.
GLI ALTRI INTERROGATORI Nei giorni scorsi - ma la notizia è emersa solo ieri - erano stati sentiti anche Ignazio Artizzu, Peppino Balia e Siro Marroccu, rispettivamente ex capigruppo di An, Fas (Federalisti autonomisti sardi) e Pd. Come a Oppi è stato chiesto loro di esibire tutta la documentazione contabile relativa alla legislatura dal 2004 al 2009: scontrini, fatture, rendiconti delle spese finanziate dalla Regione per l'attività politico-istituzionale dei partiti. Insomma, tutte le pezze giustificative che provino (o meno) il corretto utilizzo dei fondi elargiti ai gruppi in consiglio, che secondo calcoli all'ingrosso ammonterebbero in totale a oltre 24 milioni di euro negli anni - 9 in tutto - presi in esame dalla Procura.
LADU NON SI PRESENTA In Tribunale non si è invece fatto vedere Silvestro Ladu, la cui audizione, sempre come persona informata sui fatti, era in programma ieri pomeriggio. L'ex senatore del Pdl, che avrebbe dovuto portare ai carabinieri la documentazione contabile relativa al periodo in cui era presidente del gruppo di Fortza Paris, ha inviato in Procura una nota firmata dai suoi avvocati Mariano Delogu e Piero Longo in cui ha declinato l'invito a comparire vista la sua posizione di imputato nell'inchiesta madre. Ladu è infatti già sotto processo per fatti del tutto analoghi - anche se relativi soltanto ai rimborsi percepiti dai gruppi Misto e Sardegna Insieme nella legislatura 2004-2009 - con l'accusa di peculato: secondo il pm Marco Cocco avrebbe speso illegittimamente oltre 250 mila euro.
LA NUOVA INCHIESTA L'appuntamento di ieri era invece legato all'inchiesta-bis, che abbraccia le ultime due legislature e coinvolge tutti i gruppi consiliari nessuno escluso. Un fascicolo aperto lo scorso novembre dal pm Marco Cocco e che al momento conta cinque indagati: l'assessore regionale all'Ambiente Andrea Biancareddu, Franco Cuccu, Alberto Randazzo, l'assessore regionale alla Cultura Sergio Milia e Sergio Obinu, tutti di area Udc all'epoca dei fatti contestati.
TERREMOTO IN VISTA L'indagine, nonostante sia ancora in pieno svolgimento, pare destinata a provocare un vero e proprio terremoto nei palazzi della politica regionale: secondo i rumors le anomalie sin qui riscontrate nella gestione dei fondi pubblici sarebbero parecchie e riguarderebbero anche i principali partiti. Non a caso, oltre a Oppi e Ladu, nell'inchiesta bis sono stati citati come testimoni tutti i capigruppo vecchi e nuovi le cui audizioni si concluderanno entro la fine del mese. Poi il pm Cocco tirerà le fila e l'elenco degli indagati potrebbe allargarsi in modo clamoroso. Stando alle pochissime indiscrezioni che circolano, la polizia giudiziaria avrebbe già concluso gli accertamenti su Forza Italia e Pdl, la cui documentazione contabile è stata acquisita da mesi, e l'informativa è ora al vaglio del magistrato titolare del fascicolo, tornato lunedì dalle ferie. Poi si passerà a setacciare le spese del Pd e degli altri gruppi rimasti.
I CINQUE INDAGATI UDC Allo stato l'unica certezza è che, alla fine dei controlli sulla gestione dei fondi da parte del gruppo dell'Udc, sono immediatamente partiti cinque inviti a comparire per peculato: destinatari gli assessori regionali Sergio Milia e Andrea Biancareddu e i consiglieri Sergio Obinu, Franco Cuccu e Alberto Randazzo. Gli ultimi tre dovrebbero comparire davanti al pm Cocco lunedì prossimo, ma a quanto si è saputo nessuno si presenterà in attesa di conoscere tutti gli atti dell'inchiesta. A Milia, Obinu e Biancareddu vengono contestate spese non giustificate per novantamila euro, a Cuccu per 14.000 e a Randazzo per 12.000. Ma la sensazione è che questo sia solo l'aperitivo.
Massimo Ledda

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