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L'unione sarda. L'Europa minaccia il taglio dei fondi alle Regioni: rivolta

Bresso: «I territori non possono pagare le colpe dello Stato»

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No «al blocco dei fondi alle Regioni come punizione per gli Stati indisciplinati». Il Comitato delle Regioni Ue è sulle barricate per la controversa clausola della «condizionalità macro-economica», un corposo articolo che - in caso di approvazione - prevede la possibilità di bloccare l'erogazione dei fondi strutturali alle Regioni, nel caso in cui gli Stati non rispettino i vincoli di Bruxelles sui conti. Coinvolta anche la Sardegna, che rischierebbe di perdere importanti finanziamenti. Giusto per fare un esempio, se l'Italia dovesse scivolare di nuovo in una procedura per deficit eccessivo, la Commissione potrebbe anche decidere di chiudere i rubinetti degli aiuti. Inaccettabile per i territori.
«La politica di coesione è una politica regionale, non ha niente a che vedere con lo Stato centrale. Le Regioni sono già bloccate dai loro patti di stabilità interni. Se lo Stato non riesce a tenere in mano la spesa, è un problema dello Stato. Non si capisce perché l'Ue debba sanzionare i territori», afferma il vicepresidente del Comitato delle Regioni Ue Mercedes Bresso, che evidenzia: «Su questo punto abbiamo lavorato col Parlamento Europeo che ora è compatto sulla nostra posizione e sta tenendo il punto nel negoziato col Consiglio».
Quanto alla programmazione 2014-2020 per il rilancio del Mezzogiorno il vicepresidente afferma: «Turismo e patrimonio culturale vanno anche bene ma abbiamo bisogno di settori che creino reddito e occupazione stabile. Non siamo la Grecia. Il turismo non basta. Il grande progetto per Pompei va bene, ma si potrebbero realizzare progetti come ad esempio, il solare a concentrazione, di cui Rubbia parla da sempre, e si potrebbero fare in Sicilia e Sardegna».

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