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L'unione sarda. Lingua blu, vaccini obbligatori

Niente indennizzi alle aziende che non si atterranno al piano

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Il via libera al piano di indennizzi, martedì in Consiglio, è stato il primo atto. Ai 18,5 milioni concessi con il disegno di legge salva-ovili della Giunta approvato dall'Aula, ieri è seguito un altro provvedimento, questa volta sulla profilassi, per la lotta alla Lingua blu.
LA FIRMA L'assessore alla Sanità Simona De Francisci ha infatti firmato il nuovo decreto che prevede l'obbligatorietà della vaccinazione, con la disponibilità immediata di 1,8 milioni dosi di siero (costo: 70 centesimi per dose) e la protezione del patrimonio ovino sardo dai danni derivanti dalla circolazione del virus. Ma anche la garanzia di movimentazione fuori dall'Isola anche dei bovini o degli animali delle specie che possono essere contagiate dalla febbre catarrale delle pecore purché vaccinati. Tra l'altro, gli allevatori che non si atterranno al piano di vaccinazione non otterranno gli indennizzi. Ieri De Francisci ha presentato il provvedimento assieme all'assessore all'Agricoltura Oscar Cherchi. Quest'ultimo ha ricordato che gli indennizzi saranno concessi per ricostituzione del patrimonio zootecnico (capi morti) e compensazione per il mancato reddito: «Ma non possiamo indennizzare mancata movimentazione e capi abbattuti». Tra le novità del decreto - come ha spiegato la responsabile della Sanità -, «anche l'anticipo della campagna di vaccinazione 2014 per disporre del siero fin da gennaio, subito dopo i parti, per evitare aborti». De Francisci ha voluto lanciare un appello a tutto il sistema affinché non si abbassi la guardia. In particolare, ha chiesto al mondo degli ovili la massima collaborazione perché immunizzi i capi.
I VACCINI Per quest'anno, gli animali già vaccinati sono circa 300 mila. Le dosi di siero già disponibili sono 937 mila, «che saranno utilizzate in via prioritaria a quattro chilometri dai focolai», ha precisato il direttore dell'istituto zooprofilattico Antonello Usai. Sono inoltre in arrivo altre 905 mila dosi, più altre 30 mila per i bovini. «Si tratta di vaccino spento, con copertura anticorpale di sei mesi. Non si è utilizzato quello vivo, come nel 2000, per via dei danni che ha provocato, soprattutto sul fronte degli aborti e della mancata produzione di latte, anche a causa della resistenza degli allevatori. Bisogna ora convincerli che la campagna di vaccinazione non è dannosa. Gli animali contagiati finora sono 74 mila, quelli morti 9 mila: nel 2001 furono 250 mila, segno che gli effetti del virus sono meno devastanti del passato». Risposta tecnica a chi contesta le vaccinazioni: «I sierotipi della Blue tongue sono 26, perciò il vaccino da solo non basta. Anche se resta indispensabile per i sierotipi 1 e 8».
PRECAUZIONI Nelle aziende serve anche altro. E non basta il Butex, il repellente per ovini, per sconfiggere la Lingua blu: «Bisogna rispettare le condizioni di igiene zootecnica, perché il proliferare dell'insetto che provoca il contagio sia ridotto al minimo», ha concluso Usai. «Quindi, pulire gli ambienti dove gli animali vengono ricoverati la notte, quando l'insetto colpisce trasmettendo il virus, e dotarli di zanzariere a maglie strette».
I VETERINARI Come ha informato De Francisci, i controlli e la prevenzione sull'insetto vettore della malattia spettano agli enti locali, e i dirigenti veterinari sono mobilitati fin dall'insorgere del virus. Replica indiretta al Movimento pastori sardi, che chiede un incontro per stabilire cosa fare: «È una richiesta insolita, visto che i passi sono stati già concordati con l'istituto zooprofilattico e con le associazioni».
I NUMERI Sono 3.081 i focolai di blue tongue registrati (a martedì) dall'Istituto zooprofilattico. I casi di malattia confermati sono 1.092 mentre i sospetti sono 1.989 per un fenomeno che colpisce più di 3 mila aziende. Gli ovini contagiati sono 74 mila, con una mortalità che non supera l'1% sul totale dei capi coinvolti (900 mila, cioè la somma degli animali presenti nelle aziende interessate dalla Lingua blu). Le province più colpite sono Nuoro (739 focolai), Oristano (747) e Sassari (574). Stabili i numeri di Lanusei: 115 focolai.
Lorenzo Piras

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