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L'unione sarda. In campo il mediatore

Cicu prova a rimettere insieme i cocci del Popolo della libertà: «Basta con liti e demagogia, la Sardegna ha bisogno di risposte»

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Tocca al deputato Salvatore Cicu cercare di rimettere insieme i cocci del Pdl in vista dell'appuntamento di febbraio, quando gli elettori sardi saranno chiamati a eleggere il Consiglio regionale e il governatore. Giovedì, al termine del vertice di maggioranza a Villa Devoto, l'orizzonte del centrodestra sembrava un po' più chiaro. Ieri ci hanno pensato i Riformatori sardi a richiamare tutti alla realtà: non c'è nessun accordo sulla coalizione né tantomeno sul nome del candidato governatore. Con buona pace di Ugo Cappellacci che, non senza ragione, si considera il candidato naturale del centrodestra.
IN CAMPO «Sono il presidente uscente, per prassi tocca a me». Un ragionamento che non fa una grinza ma che, per il momento, ha avuto poca presa su parte degli alleati e su una bella fetta del Pdl. Le inimicizie incrociate (Udc contro i Riformatori, Lombardo e Pili contro Cappellacci) hanno reso ancor più fragile un centrodestra che annaspa nell'incertezza per il futuro di Berlusconi. Il Pdl è sempre stato un partito centralista, che pende dalle labbra del capo assoluto e adesso che il leader sta chiuso nel bunker di Arcore, e che incontra solo i figli e i collaboratori più stretti (oltre al pletorico collegio di avvocati), è estremamente complicato intercettarne gli umori e le intenzioni. Così la domanda (che intenzioni ha Silvio per le elezioni sarde?) resta sospesa nel vuoto e lo sarà chissà ancora per quanto.
L'ATTESA Nel frattempo, Cicu prova a fare da collante a un partito e a una coalizione sfilacciati, che danno qualche segno di vitalità solo per l'iper attivismo di Cappellacci.
L'INIZIATIVA Cicu ha scritto una lettera a tutti i protagonisti della diatriba, nella speranza di riuscire a farli sedere attorno a un tavolo. «Ci sarebbero discussioni, scontri, anche, ma nella massima trasparenza», dice Cicu. «Poi, sarebbe presa una decisione. Ma, se non altro, la finiremmo con questo clima di sospetti e inganni, aggravato dal populismo e da un certo folclore politico». Impossibile dire adesso se il tentativo di Cicu abbia qualche possibilità di riuscita. A giudicare dai veleni che hanno intriso questa fine legislatura, verrebbe di dire no. Ma la politica è strana e le alleanze, specie in prossimità del voto, possono ricomporsi come per magia. Per questo Cappellacci, alla fine, ha grandi speranze di poter raccogliere il consenso della coalizione e di tutti (o quasi) i maggiorenti del Pdl.
PRIMARIE CHIMERA Una cosa è certa: il governatore non ha paura di sfidare in campo aperto gli eventuali rivali. È stato lui, infatti, all'inizio dell'estate, a lanciare l'ipotesi delle primarie, idea, per la verità, caldeggiata storicamente dai Riformatori, che per primi avevano sottolineato l'utilità di questo strumento di consultazione popolare.
Ma le primarie del centrodestra sardo sono morte nella culla. Questo è un metodo osteggiato dal Pdl nazionale e, inoltre, il protrarsi della vicenda (agonia politica?) di Berlusconi ha ormai chiuso l'unica finestra possibile per le primarie, quella di settembre-ottobre.
Ivan Paone

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