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L'unione sarda. Tribunale, un addio nell'indifferenza

MACOMER. Tanta rabbia ma nessuna protesta ieri all'avvio del trasloco

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MACOMER L'ultimo atto del Tribunale di Macomer si è consumato ieri mattina, quasi fra l'indifferenza della gente che si trovava nei bar della centralissima piazza Sant'Antonio. Nuvoloni intensi e una breve pioggerellina hanno fatto apparire la giornata ancor più mesta nel venerdì che passerà alla storia della cittadina-capoluogo del Marghine che, dopo oltre cento anni, perde defintivamente gli uffici giudiziari. E ancor prima che arrivasse il camion con gli operai incaricati del trasloco, nel finestrone a lato dell'ingresso del tribunale è stato sistemato un lumicino funebre, quasi a sottolineare la morte di un servizio importante per la cittadina e per l'intero territorio.
Nessuna manifestazione di protesta quindi, ma tanta rassegnazione. Il trasloco ha fatto svanire tutte le speranze per coloro che ancora credevano in un ripensamento del ministero. Così non è stato e, ironicamente, una impiegata commenta: «Spending review? Ma non ci facciano ridere. Solo col trasloco va finire in fumo qualasiasi tentativo di risparmio da parte dello Stato. Da domani noi dobbiamo essere ad Oristano, ma non siamo sicuri di trovare un ufficio e anche una sedia». Identica situazione per gli avvocati, che oggi non possono avere i fascicoli a disposizione per le udienze. «Un servizio importante per Macomer e per il territorio viene smantellato - dice Germano Gordini, titolare dell'edicola diella piazza -, cosa deve succedere ancora a questa cittadina?».
Tra gli amministratori l'unico a presentarsi è stato il consigliere comunale della minoranza Gavino Guiso. «Sto documentando quello che sta accadendo, ma vedere smantellare il Tribunale mi vien da piangere". Da oggi il Tribunale a Macomer non c'è più. L'edificio che lo ospitava, di proprietà del Comune (che era a costo zero) rimarrà a disposizione dell'amministrazione giudiziaria ancora per cinque anni. Fino alla prossima primavera continuerà ad operare il giudice di pace e poi sarà la fine di tutto.
Francesco Oggianu

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