Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. «I soldi da Roma? Legati alla condizione di insularità»

L'assessore Floris: la Corsica riceve 200 milioni l'anno

Condividi su:

Mario Floris non ha dubbi. Se in Sardegna la continuità territoriale è un problema irrisolto, «la colpa è della Giunta di Renato Soru che, nel 2007, decise di rinunciare alle risorse stanziate dallo Stato per la continuità aerea». In quella occasione venne stabilito, nell'ambito di un accordo Stato-Regione, che questa voce di spesa venisse dirottata sul bilancio regionale. Non occorse molto tempo per capire che senza il contributo dello Stato, la Sardegna non ce l'avrebbe fatta a sostenere i costi della continuità. Un concetto espresso dal presidente Cappellacci, e ora ribadito da Mario Floris che, nel 2001, in qualità di presidente della Regione firmò la prima continuità territoriale.
Assessore regionale agli Affari generali, Floris oggi ripercorre le tappe di una rivoluzione non riuscita, quella, appunto, della mobilità aerea, elencando cause ed errori che hanno portato fino alla situazione attuale. «Quando decollò la prima continuità sapevamo di aver conquistato un risultato parziale», sottolinea. «Straordinario, certo, ma pur sempre soltanto un primo passo. L'errore, dopo, è stato quello di aver pensato soprattutto alla continuità aerea, “trascurando” quella marittima e, ancora di più, quella delle merci. Oggi, invece,», spiega ancora Floris, «occorre riassegnare al problema della continuità quel carattere straordinario che ci consentirebbe, come già ribadito dall'Ue, di ricevere i soldi dal governo nazionale».
Basta un dato per comprendere il problema: la Corsica, che ha meno di 280.000 abitanti, riceve ogni anno circa 200 milioni di euro dal governo di Parigi. «Se anche alla Sardegna venisse riconosciuto un “problema trasporti”», derivante dalla condizione di insularità, «si potrebbero avere i fondi per far decollare tutte le continuità». Se al momento questo problema non è ancora risolto, a giudizio di Floris, non ha senso scaricare la responsabilità sulle compagnie aeree, accusate di appesantire la situazione con l'introduzione di “balzelli” vari che fanno lievitare il costo dei biglietti. «Come tutte le aziende, fanno quel che la legge consente per fare profitto», spiega. «Il problema vero è che non è pensabile che siano le compagnie a condizionare il mercato e decidere tratte e orari. Questo compito dovrebbe spettare alla Regione». Neppure la presenza di un vettore sardo sarebbe sufficiente per risolvere il problema. «Sarebbe un errore pensarlo», conclude Floris. E se c'è una priorità, «questa è rappresentata dai sardi. Ben venga per il turismo la tariffa unica, ma in questa fase dobbiamo preoccuparci di garantire la continuità per i sardi».
Mauro Madeddu

Condividi su:

Seguici su Facebook