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L'unione sarda. Il Psd'Az guarda ancora a sinistra

Sanna e Colli: «Un patto sul programma, altrimenti andiamo da soli»

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TRAMATZA I sardisti guardano a sinistra ma senza perderci la vista, almeno così dicono. Chiusa per sempre la storia con la destra se a guidarla dovesse essere Ugo Cappellacci, impossibile nonché improponibile l'alleanza con il mondo super frastagliato indipendentista, la svolta a sinistra sembra obbligata.
IL PSD'AZ «Non è detto -, anticipa il segretario Giovanni Colli ai consiglieri nazionali del partito, 50 presenti su 82, a Tramatza -: se e quando il confronto ci sarà trarremmo le conclusioni. Perché una cosa deve essere chiara: prima il programma con i nostri temi. Cioè lingua, trasporti, zona franca, cultura e altri ancora». Altrimenti? «Altrimenti niente, non è mica la prima volta che i sardisti si sono presentati da soli facendo, tra l'altro, un'ottima figura». Allora mezzo punto sotto quel 5 per cento che con la legge di oggi («fatta apposta per farci fuori», è il coro) aprirebbe ai sardisti le porte del Consiglio regionale. Il rischio di toppare esiste e i sardisti lo sanno bene. «Ma anche in compagnia non cambierebbe perché bisogna incassare il 10 per cento, altrimenti fuori anche se il Psd'Az dovesse prendere il 7», precisa Colli. Letto dalla parte di Giacomo Sanna, infuriato con chi ha lasciato il partito senza neppure salutare, significa restringere gli spazi con le diverse anime indipendentiste. «Sigle destinate a sparire», sottolinea Sanna. Che non manca di stilettare il comitato per la zona franca. «Campagna elettorale, quanti di questi troveremo candidati?». Ci sarebbe lo schieramento pro Michela Murgia. «Candidatura espressione di un'area politica che può anche trovare consensi. Non la vedo male», puntualizza Giovanni Colli. Per chiuderla (per ora) con le alleanze, il segretario giura: «Il partito non soffre di ansia d'alleanza o febbre di coalizione».
ROSSOMORI Per pura coincidenza logistica ma non dei destini, sardisti e Rossomori si ritrovano nello stesso edificio. Piani diversi, ovvio. Le idee. «Niente a che fare con Cappellacci, difficoltà con i sardisti per aver appoggiato la Giunta uscente. Gli indipendentisti? Di chi si parla?», chiede Gesuino Muledda. Sulle alleanze confessa che «la strada è lunga ma si percorre se i programmi quadrano». Partiti e nomi a seguire e su questo nessuna differenza tra chi ha scelto Tramatza per “fare il punto” senza metterci la fine.
Antonio Masala

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