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L'unione sarda. Indipendenza, il resto è noia

Giacomo Sanna: «Con Cappellacci il discorso è chiuso a doppia mandata Con il centrosinistra si può fare. Una donna presidente? Sarebbe ora»

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Non si è smosso di un millimetro. Giacomo Sanna, presidente e leader del Psd'Az, ha ribadito il concetto sabato a Tramatza: «Aspettiamo di confrontarci col tavolo del centrosinistra, ma i punti fermi per i sardisti restano i programmi».
Onorevole Sanna, dove va il Psd'Az?
«La strada del Psd'Az è tracciata da quasi cent'anni e porta all'indipendenza della Sardegna».
Sicuro che ora guardate solo a sinistra?
«Guardiamo agli interessi dei sardi e da tempo ci confrontiamo con tutte le forze politiche solo sui programmi».
A prescindere dal candidato?
«L'affidabilità e la credibilità di chi sarà il garante del programma non è un dettaglio».
E se la prescelta fosse Francesca Barracciu?
«Ho fiducia che le primarie del centrosinistra confermino quanto sostengo da mesi, cioè che è tempo di avere una donna alla guida della Regione».
Ricordi i punti su cui baserebbe l'accordo.
«Il Psd'Az non può permettersi mediazioni al ribasso in materia di trasporti, energia, credito, Zona franca e lingua».
Con il centrodestra e con Cappellacci il discorso è chiuso?
«Col centrodestra di Cappellacci il discorso è chiuso a doppia mandata».
Ma l'assessorato ai Trasporti era vostro.
«Abbiamo fatto la nostra parte, ma nel centrodestra hanno prevalso altre poco nobili dinamiche. Basti considerare che la continuità territoriale merci, a due anni di distanza dagli stanziamenti in Finanziaria, non è decollata perché manca ancora il regolamento di attuazione».
Lo chiedereste anche al centrosinistra?
«Non lo abbiamo mai chiesto neppure al centrodestra e il cambio di assessorato dai Lavori pubblici ai Trasporti è stata un'iniziativa personale e non concordata assunta a suo tempo da Cappellacci che, come Udc e Riformatori, predilige altro tipo di deleghe».
Come giudica la nuova continuità territoriale?
«La continuità aerea con la tariffa unica e lo sconto ai milanesi a carico dei sardi non è un progetto del Psd'Az. La nostra proposta prevedeva la gara con oneri a carico dello Stato e tariffe scontate ma differenziate tra residenti e non residenti. Cappellacci ha imposto la tariffa unica e lo sconto per tutti e, mentre chiede che nel futuro paghi lo Stato, i sardi sborsano 50 milioni di euro».
Se il filo col centrosinistra si spezzasse che succederà?
«Conosco solo il filo che mi lega indissolubilmente al Psd'Az».
Siete pronti anche ad andare da soli?
«Lo abbiamo fatto tante volte e mai l'ho considerato un ripiego».
Rischiereste però di restare fuori dal Consiglio?
«Nessuno è mai riuscito a smacchiare i Quattro Mori: nel prossimo Consiglio ci saremo in ogni caso».
Quando scioglierete il nodo delle alleanze?
«Siamo una delle poche forze politiche che si chiama “partito”. Vuol dire che abbiamo sedi e tempi opportuni per compiere le nostre autonome scelte».
Dialogherebbe con l'area indipendentista?
«Il Psd'Az dialoga con gli indipendentisti».
Che cosa pensa di Michela Murgia?
«Non ho il piacere di conoscerla».
E dei comitati per la Zona franca?
«Molti vi aderiscono in buona fede ma ci sono pochi e influenti agitatori che strumentalizzano in vista delle Regionali».
A proposito, la Zona franca è davvero una chimera?
«Si fa con la legge che la commissione Autonomia ha approvato all'unanimità e che ora deve arrivare in Consiglio».
I grillini confermeranno il risultato delle Politiche?
«Non credo che i loro voti possano evaporare. Ritengo che con il M5S ci si debba confrontare sulle servitù militari e su un'idea di Sardegna senza padroni e padronati».
Chi vincerà a febbraio?
«Chi saprà offrire ai sardi un programma credibile e politicamente realizzabile, incentrato sui temi sardisti e in grado di affrontare l'emergenza lavoro e la crisi che sta uccidendo famiglie, imprese e, purtroppo, anche la speranza».
Lorenzo Piras

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