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L'unione sarda. Pd, Renzi spacca le correnti

La discussione sul congresso nazionale rimescola gli assetti consolidati in vista del voto del 29 settembre per la leadership del centrosinistra

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Nessuno parla del congresso nazionale del Pd, in Sardegna, perché sarebbe come mettere mano a un castello di carte: è già un mezzo miracolo che il confronto sulle primarie si stia dipanando senza spargimento di sangue, introdurre altri temi rischia di rovinare tutto. Epperò non è vero che nessuno ci pensi. Specie ora che i leader si schierano: Dario Franceschini sta con Renzi, Bersani ha svelato il segreto di Pulcinella scegliendo Gianni Cuperlo.
NELL'ISOLA La gara per la segreteria rimescolerà gli assetti consolidati in vista delle primarie sarde. Il correntone di Francesca Barracciu comprende renziani dichiarati (Chicco Porcu, Gavino Manca) ed ex Ds come Giampaolo Diana e Siro Marrocu, che dovrebbero convergere su Cuperlo. Per ritrovarsi magari col segretario Silvio Lai, fervente bersaniano, che invece per le primarie è vicino a Gianfranco Ganau. Dalla ricomposizione dipenderà la scelta del nuovo leader regionale, che potrebbe slittare a dopo le elezioni. In quel caso, però, c'è chi ipotizza una sostituzione di Lai da parte dell'assemblea: passaggio traumatico, ma possibile a seconda dell'esito delle primarie.
I CONTENDENTI Gli stessi candidati alla leadership restano (comprensibilmente) nel vago: «In questa fase sono concentrata solo sulle idee utili al governo della Sardegna», risponde Francesca Barracciu, «la mia preoccupazione è parlare non ai sardi del Pd, o di un'area, ma a tutti. Quando il quadro nazionale sarà più chiaro farò le mie valutazioni, senza automatismi». Quest'ultimo passaggio è per chi la iscrive d'ufficio ai renziani, per via del suo legame con Franceschini e con Debora Serracchiani.
«Non ho preferenze sul prossimo segretario», dice anche Gianfranco Ganau, «penso che si debbano superare gli schemi di apparato. Dal congresso vorrei che uscisse un Pd nuovo, meno chiuso in se stesso e più a contatto con la gente». Secondo Roberto Deriu «la Sardegna vive una sua crisi speciale, dentro quella italiana, e quindi richiede soluzioni speciali. Non la riproposizione meccanica di politiche nazionali». Perciò il Pd isolano «al congresso nazionale deve contribuire ad affermare l'autonomismo. Essere renziani sardi, o cuperliani sardi, sa di colonialismo».
SCHIERAMENTI «Sto con Renzi, ma adesso la priorità per me è vincere le Regionali», precisa Chicco Porcu: «Da Matteo mi aspetto un Pd più aperto, che lanci messaggi significativi alla maggioranza degli italiani. Ora però l'importante è dare una speranza ai sardi, e può accadere solo se uniamo le forze perché prevalga il campo progressista».
«Renzi è una risorsa straordinaria e lo vedo bene come premier, non come segretario», obietta Giampaolo Diana: «Voterò Cuperlo, credo che pensi a un partito più strutturato, presente nei luoghi di lavoro, non basato su un leader». Il capogruppo confida comunque nella pacificazione interna: «Non credo che serva sfiduciare il segretario Lai, ma gli chiedo una gestione più collegiale». Era molto bersaniano anche Enrico Letta, e così i suoi fedelissimi sardi: «Ora è giusto che il premier non si schieri nella contesa romana», ragiona il deputato Marco Meloni, un altro sostenitore di Barracciu. «Concentriamoci sulle primarie e rendiamo l'Isola il laboratorio del governo del cambiamento. Poi faremo altre riflessioni».
I più netti sono in definitiva i sostenitori di Pippo Civati, che pure alle primarie sarde si dividono tra vari candidati. «Noi sganciamo le questioni nazionali e locali», spiega Thomas Castangia, segretario provinciale di Cagliari: «Al congresso regionale, se qualcuno ci darà garanzie di rinnovamento, non presenteremo nostri nomi». La scelta civatiana è per «un Pd che riapre a sinistra, e che sa che il governo del Pdl deve avere precisi limiti temporali».
AFFONDO CENTRISTA Sul fronte delle primarie, intanto, il leader Upc Enrico Piras prende le distanze da Silvio Lai sul dialogo tra alleati: «Non può essere rinviato a dopo le primarie, è urgente la convocazione del tavolo della coalizione per ratificare la richiesta di incontro del Psd'Az». Per Piras, «insistere su queste primarie accresce i rischi di tenuta dell'alleanza».
Giuseppe Meloni

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