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L'unione sarda. Forza Italia sarda al via

Imminente l'annuncio della rinascita del partito anche nell'Isola Ex An dubbiosi, big entusiasti: «Ma speriamo nel cambiamento»

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Echi romani annunciano la (ri)nascita tra qualche giorno. La sede nazionale, con tanto di bandiere già issate, è in piazza San Lorenzo in Lucina, accanto all'ufficio che fu di Giulio Andreotti. Forza Italia sta per tornare, accolta con giubilo da molti ma anche da qualche muso lungo. È il caso di una parte degli ex An, ancora traumatizzati dalla fusione nel Pdl del 2010 naufragata dopo lo strappo di Fini. Ad esclusione di quelli che hanno dato vita a Fratelli d'Italia, ci sono alcune frange pidielline che guardano più alla costituente di destra proposta da Alemanno che alla riedizione dell'esperienza azzurra.
IL CASO SARDO In Sardegna Forza Italia ripartirà dai suoi maggiorenti. E cioè il governatore Ugo Cappellacci, i parlamentari Salvatore Cicu ed Emilio Floris, il presidente dell'Authority portuale di Cagliari Piergiorgio Massidda e il coordinatore regionale del Pdl Settimo Nizzi. Difficile dire ora se ci sarà Mauro Pili, alla luce delle sue ultime prese di posizione. Nel nuovo soggetto politico entrerà Claudia Lombardo, presidente del Consiglio regionale, critica al punto da aderire in Aula a un gruppo d'opposizione alla maggioranza in aperto contrasto con Cappellacci: «Ma Forza Italia è la mia casa, non ho mai messo in dubbio l'appartenenza». Gli effetti di una pacificazione dovrebbero prevedere poi il ritorno alla base di Ignazio Artizzu. Ex An, della componente che fa capo ad Altero Matteoli, il presidente della commissione Autonomia starebbe soltanto aspettando l'annuncio di Berlusconi. Come lui, salvo sorprese che in politica ci possono sempre stare, anche l'ex parlamentare Carmelo Porcu, storico esponente della corrente di Maurizio Gasparri.
INDECISI Altri ex seguaci della Fiamma tricolore, invece, sono dubbiosi. A cominciare da Mario Diana: «Se chi governerà Forza Italia in Sardegna corrisponderà a chi governa il Pdl non entrerò in Forza Italia. Non andrò dove si pensa di aiutare Cappellacci e, in questo caso, non sarò candidato col centrodestra. Se cambieranno i quadri dirigenti e non sarà candidato Cappellacci la mia adesione non è in discussione. Non escludo, in caso contrario, di poter continuare ad aderire al Pdl». Anche l'ex deputato Bruno Murgia attende di vedere se dietro la rinascita azzurra «c'è un progetto di rinnovamento vero, a cominciare dai quadri dirigenti». Dubbioso su una sua adesione è Gianfranco Bardanzellu. Benché il suo riferimento sia Altero Matteoli, deve prima consultare «un gruppo di amici prima di prendere una decisione». Anche perché - argomenta il presidente della commissione Urbanistica - «ho visto la fine del Msi, di An e adesso quella del Pdl e iniziano a mancarmi i riferimenti». Non aderiranno invece Giorgio Locci («la rivoluzione liberale non m'interessa») e Nanni Campus: «Non aderirò ad alcun partito, non ce n'è uno che rispecchi i miei valori».
RINNOVAMENTO Ma che Forza Italia debba ripartire dal rinnovamento sembra un fatto certo: «Si dovrà senz'altro valutare un restyling dei quadri per rendere vincente la riedizione», dice il senatore Emilio Floris. Dello stesso avviso è anche un altro azzurro della prima ora, Piergiorgio Massidda, che di Forza Italia è stato coordinatore: «Dal punto di vista organizzativo non è difficile rimettere su la baracca: il problema è riempire il ritorno di contenuti, di stimoli e di un progetto credibile. La gente, il nostro elettorato, aspetta questo». Chiude Pierluigi Saiu, capogruppo del Pdl a Nuoro, ex presidente dei giovani azzurri: «Occorrono facce nuove e forze fresche. In Sardegna ci sono tanti giovani amministratori su cui si potrebbe costruire un progetto politico forte e credibile. Tutta gente che ha dimostrato di avere consenso e capacità. Cambiare nome a un movimento politico e poi ripresentarsi con le stesse facce di prima non corrisponde a un cambiamento vero».
Lorenzo Piras

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