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L'unione sarda. Lingua blu, pecore infette in quaranta allevamenti

OROTELLI. Allarme tra i pastori del centro barbaricino

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OROTELLI Oltre quaranta aziende agropastorali stanno combattendo da alcune settimane con l'epidemia di Lingua blu. Anche a Orotelli decine di allevatori guardano disperati le pecore che muoiono: muso gonfio e deformato, zampe tremolanti, impossibilitate a nutrirsi e tanta sofferenza negli occhi degli animali che vengono presi d'assalto dal virus. Inoltre quelle poche che non vengono contaminate devono essere, per legge, vaccinate con l'alto rischio di non riuscire a portare avanti la gravidanza. Gli allevatori sono allo stremo delle forze, si sentono soli e abbandonati. Anche i Comuni sono impotenti. L'unica speranza per poter andare avanti è appesa al filo del finanziamento di 18 milioni di euro concesso dall'assessorato regionale all'Agricoltura (dieci come indennizzi per il ripristino del patrimonio zootecnico e otto per risarcire i Comuni). I proprietari delle greggi devono adottare una serie di provvedimenti per impedire la diffusione della malattia, disposizioni sanitarie che prevedono un censimento di bestie e luoghi con la collaborazione di un veterinario Asl. Gli animali censiti non possono essere spostati dall'azienda, inoltre sarà consentito l'utilizzo di insetticidi autorizzati e non nocivi per gli animali. A Orotelli, 2200 abitanti, il mestiere della pastorizia è ancora molto diffuso e quest'epidemia rischia di mandare al collasso il mercato non solo di carne, ma anche di latte e lana.
Giovanna Falchetto

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