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L'unione sarda. I farmaci a caro prezzo

La Sardegna è maglia nera, spende più di ogni altra regione L'assessore De Francisci: «Su tutti i fronti per contenere i costi»

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La Sardegna spende troppo per i farmaci, infatti, è al primo posto nella classifica delle regioni più spendaccione. La fonte è l'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), l'ente che controlla il settore, e i dati fanno riferimento al primo trimestre del 2013. Le previsioni per la Sardegna sono nere. A fine anno, la spesa territoriale (quella per i pazienti non ricoverati) sarà di 419 milioni di euro con un incremento del 3,7% rispetto al 2012. Quella nelle strutture pubbliche sarà di 167 milioni, con un aumento del 5,7%. Complessivamente, quindi, nell'Isola saranno necessari ben 568 milioni di euro.
I PARAMETRI Il tetto imposto dal ministero della Salute alla spesa farmaceutica su quella della sanità in generale è del 14,85%. In Sardegna la percentuale è del 19,50 per cento, oltre quattro punti in percentuale oltre la media nazionale che è del 15,40. La tabella che pubblichiamo nel grafico è impietosa. La Sardegna è prima assoluta e distacca di ben 2,20 punti la Puglia.
GLI SPRECHI Con le medicine non si scherza, nel senso che vanno usate con precauzione e sotto stretto controllo medico ma anche con un certo raziocinio. Perché ci cono certi farmaci a uso oncologico il cui costo supera agevolmente i mille euro. Tentare ogni cura possibile è giusto, ma somministrare a un malato ormai terminale un farmaco dal costo proibitivo e, soprattutto, inutile, è sbagliato. Ed è accaduto.
I RESPONSABILI È solo uno dei tanti esempi di uno spreco generalizzato che vede molti soggetti sul banco degli imputati: la Regione che non effettua controlli più severi; i medici che prescrivono medicinali a cuor leggero; i farmacisti che spesso non informano adeguatamente i pazienti sull'uso dei generici. Un esempio. Le case farmaceutiche, scaduto il brevetto, sono costrette ad abbassare i prezzi dei propri prodotti per allinearli a quelli dei generici. Molti medici, però, anziché continuare a prescrivere il medicinale di marca ma ormai più a buon mercato, passano ad altri della stessa categoria ma con molecole ancora coperte da brevetto e, quindi, più costosi.
I MOTIVI Si dice che la Sardegna abbia una popolazione anziana, ed è vero. Ma quella della Liguria lo è di più e nonostante ciò, quella regione è attestata al 14.80%, al di sotto della media imposta dal ministero. «Ma da noi non si paga il ticket», ha cercato di spiegare Giorgio Congiu, segretario regionale della Federfarma. Ma anche le Marche (16,10%), il Friuli Venezia Giulia (14,80%), la Valle d'Aosta (12,40%) e la Provincia regionale di Trento (11%) non lo fanno pagare. Eppure, sono ben al di sotto del tetto.
LA SPIEGAZIONE Il dottor Fabio Lombardo, direttore della farmacia dell'ospedale Binaghi di Cagliari, spiega: «Mentre la spesa farmaceutica territoriale nel 2012 è diminuita in tutta Italia del 10,3%, con punte anche del 17%, da noi si rileva una marginale riduzione del 4,6%, di molto inferiore alla media, tanto da essere il peggior dato nazionale. Alcune regioni dimostrano che risparmiare è possibile. Bisogna promuovere uno sforzo congiunto per un obiettivo comune capace di coinvolgere tutti gli attori del processo, immaginando un patto strategico tra istituzioni e mondo accademico: sostenibilità, spesa farmaceutica, appropriatezza prescrittiva, uso dei farmaci generici, sono temi scottanti. Serve un patto, dunque, prima di tutto culturale, che dovrebbe estendersi agli utilizzatori del farmaco, i quali vanno coinvolti direttamente: il paziente dovrebbe essere responsabilizzato riguardo la spesa sanitaria e coinvolto nel processo assistenziale».
L'ASSESSORE Simona De Francisci, titolare della Sanità, assicura: «Siamo in campo per porre rimedio». E poi elenca le misure per contenere la spesa «fuori controllo da ben prima che arrivassi io. Primo: centralizzazione degli appalti per gli acquisti in modo da ottenere cospicui sconti; secondo: attivazione del Medir (medici in rete) per monitorare le prescrizioni e intervenire in caso di anomalie; terzo: armadietto informatico per razionalizzare e tenere sotto controllo la distribuzione dei farmaci negli ospedali; quarto: dose unica del farmaco che permette di evitare gli sprechi». Servirà? «Sì, ma occorre tempo».
Ivan Paone

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