Ogni giorno ventimila sardi percorrono la Carlo Felice. Da una parte o dall'altra, arrivati nel tratto Sanluri-Serrenti-Nuraminis devono pigiare il piede sul pedale del freno e mettere mano a quello della pazienza. Li attende un tratto da incubo, a passo d'uomo, quasi sempre incolonnati su una sola corsia presidiata dai nastri rossi che delimitiano i cantieri. Lavori in corso, spiegano i cartelli. Sono in corso da otto anni e - stando a quello che si raccoglie in giro - resteranno una trappola ancora per un bel pezzo. Hanno prodotto più carta bollata che asfalto e tanti milioni buttati al vento.
I SOLDI L'Anas ne ha messo in conto quasi centoventi per ammodernare i diciotto chilometri tra Nuraminis e Sanluri. Il progetto è del 2005, la prima pietra nel 2010, l'anno dopo il cantiere si ferma. Il motivo in due parole: l'impresa ha vinto l'appalto con un ribasso record, i costi nel frattempo sono raddoppiati, ma l'Azienda statale non vuol scucire un euro. Anche perché non ne ha in cassa. Ha i soldi contati per la strada numero uno della Sardegna: un miliardo e 700 milioni, distribuiti in 29 lotti. Solo sei sono ultimati, il resto viaggia ancora in mezzo alle carte.
RALLENTAMENTO I cantieri aperti sono i due della marcia lenta dove si perdono dieci minuti di tempo, ad essere super ottimisti. Ci sono giorni, soprattutto domenica sera, quando le auto imbottigliate formano una fila lunga chilometri, in un caso addirittura venti. A farne le spese sono soprattutto gli autotrasportatori, i camionisti, i padroncini, le squadre di manovali che per ragioni di lavoro transitano sul tracciato della vergogna tre-quattro volte al giorno. Un pasticcio da decine di milioni che per il momento dà lavoro solo agli avvocati impegnati nel contenzioso tra impresa costruttrice e l'Anas.
SILENZIO Si sono mossi consiglieri regionali (Gian Valerio Sanna, Pd) e deputati (Mauro Pili, Pdl) ma anche loro hanno fatto un buco nell'acqua. Risulta che nel mese di luglio gli emissari delle due parti si sono incontrati a Roma senza grandi risultati. Eppure l'Anas (26 febbraio scorso) aveva assicurato le amministrazioni di Serrenti e di Nuraminis che i lavori sarebbero stati ultimati entro la data prevista nel capitolato, ottobre 2013. «Ma da queste parti non si vedono segni di vita», commenta Stefano Anni, sindaco di Nuraminis. Idem nel tratto che corre davanti a Serrenti trasformato in un percorso di guerra. «Il cantiere è abbandonato, c'è solo silenzio», racconta il sindaco Luca Becciu. E tanta rabbia esplosa in manifestazioni di protesta (Consiglio comunale convocato sulla strada, lettere al Prefetto, etc) che non sono approdate a nulla.
I CANTIERI Per allargare la Carlo Felice l'Anas ha messo in preventivo 1 miliardo e 700 milioni (regionali ed europei). Lavori divisi in 29 lotti lungo i 230 chilometri. La situazione è la seguente: quindici lotti sono «in esercizio», di cui uno ultimato e quattro a un passo dall'appalto, undici nella fase del progetto preliminare e due sono in corso, chissà fino a quando. Perché? Sette anni fa l'Anas progetta i lavori di allargamento nel tratto fra Nuramis e Sanluri: i lavori sono divisi in tre lotti. Il primo (sette chilometri, 43 milioni) sostituisce il vecchio tracciato di Villasanta e viene completato in tre anni.
RIBASSO I lavori tra Serrenti e Nuraminis sono divisi in due appalti. Il primo (dal km 32 al km 41) ha una base d'asta di 78 milioni e viene aggiudicato con un ribasso del 39 per cento dalla Mambrini. Il progetto (allargamento dell'asse stradale esistente) è fermo a un passo dal traguardo. L'impresa ha presentato nove perizie di variante, chiedendo più soldi. I costi sono aumentati, dal bitume salito del 100 per cento allo smaltimento degli inerti. Un problema che si è rivelato più ostico del previsto dopo la chiusura di alcune discariche non in regola con le nuove norme. Risultato: tutti fermi, la parola è agli avvocati. «Logico», dicono gli esperti, «succede quando si vincono le gare col 40 per cento di ribasso».
Stessa musica per Nuraminis. Nove chilometri, 36 milioni di base d'asta, il nuovo asse stradale deve sostituire gli ultimi due incroci a raso, Nuraminis e Villagreca. L'appalto venne vinto sempre con ribasso super da una ditta napoletana (De Lieto) fallita subito dopo. L'Anas ha trovato il modo di sostituirla a tempo di record con la Mambrini. Il cantiere è fermo al 17 per cento. Il ferro accatastato ai margini è arruginito.
Antonio Martis