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L'unione sarda. Due inchieste aperte, tre processi in corso e 5 nuovi indagati

LA VICENDA. Tutto iniziò nel 2009

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La prima inchiesta sui fondi ai gruppi era scattata nel 2009 in seguito alla denuncia di Ornella Piredda, una dipendente del Gruppo Misto che sarebbe stata mobbizzata e demansionata. Le indagini si erano poi allargate alle spese, coinvolgendo tutti i 20 consiglieri del Gruppo Misto e di Sardegna Insieme eccetto Pietro Pittalis, l'unico che riuscì a dimostrare di aver usato correttamente i soldi.
Ne sono nati tre processi che stanno ormai entrando nel vivo: ieri è toccato ad Adriano Salis a cui vengono contestate spese illegittime per 60.000 euro. Il 24 settembre invece partirà il processo in Tribunale ai 18 consiglieri che hanno optato per il rito ordinario: l'eurodeputato Giommaria Uggias, gli assessori regionali Oscar Cherchi e Mario Floris, Carmelo Cachia, Giuseppe Giorico, Sergio Marracini, Salvatore Serra, Tore Amadu, Renato Lai, Alberto Randazzo, Giuseppe Atzeri, Beniamino Scarpa, Maria Grazia Caligaris, Raimondo Ibba, Pierangelo Masia, Raffaele Farigu, Peppino Balia e Vittorio Randazzo. Il 4 ottobre, infine, riprenderà il processo a Silvestro Ladu, che si trova a giudizio da solo perché la sua posizione, diversa da quella degli altri 19, era stata stralciata e l'inchiesta era andata avanti più velocemente: l'ex consigliere regionale ed ex deputato è accusato di peculato e falso per le spese (253.000 euro) effettuate coi soldi del gruppo Fortza Paris di cui è stato presidente dal 2004 al 2008.
Lo scorso novembre invece, dalle dichiarazioni rese in udienza da Salis, è nato anche il secondo filone. Attraverso il quale il pm Cocco ha deciso di andare a verificare come siano stati utilizzati i circa 24 milioni di euro di cui hanno usufruito i partiti sardi dal 2004 ad oggi. Una cifra astronomica a cui si arriva partendo dalla quota individuale di 2500 euro al mese prevista per ognuno degli 80 consiglieri regionali. In tutto sono 200mila euro per cinque anni: dunque 12 milioni di euro, che raddoppiano perché le legislature finite sotto la lente d'ingrandimento sono due. Al momento gli indagati sono cinque, tutti dell'Udc: gli assessori regionali Sergio Milia e Andrea Biancareddu e i consiglieri Sergio Obinu, Franco Cuccu e Alberto Randazzo.

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