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L'unione sarda. Indipendentisti, prove d'intesa

Irs, Sardigna natzione e Sl: trattative per un fronte unico

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Li hanno sempre dipinti come litigiosi, irriducibili, incapaci di mettersi d'accordo. Forse anche perché erano litigiosi, irriducibili, incapaci di mettersi d'accordo: ma gli indipendentisti ci proveranno anche a questo giro (elettorale) a smentire i luoghi comuni, sperimentando le strade di una reunion , per le Regionali, che non sarebbe meno clamorosa di quella dei Pink Floyd. O Al Bano e Romina, per stare alla gente litigiosa.
Il tentativo più evidente, attuato con l'assemblea di dieci giorni fa a Ghilarza, è promosso da A Manca pro s'indipendentzia. Ma ci sono contatti sotterranei tra due sigle storiche (Sardigna natzione e Irs) e Sardigna libera, l'unica forza presente in Consiglio regionale, con Claudia Zuncheddu.
FRONTE DI GHILARZA Possibile che le due operazioni convergano, cosa che però a oggi i bookmaker non darebbero come probabile. Così come un aggancio a Progres e alla coalizione guidata da Michela Murgia: con cui comunque resta aperto uno spiraglio.
«Noi non avremmo preclusioni né su Murgia né su altri», sottolinea Cristiano Sabino, portavoce di A Manca, «rivolgiamo una proposta aperta a tutti. Il dialogo deve portare a una sintesi, altrimenti sarà una disfatta senza precedenti per i nostri ideali comuni». Il fronte di Ghilarza, che aspira a essere unitario, si darà un'organizzazione territoriale: «Ci saranno comitati provinciali - annuncia Sabino - e si riuniranno contemporaneamente il 16 ottobre per studiare programmi legati alla propria realtà, non calati dall'alto».
CHI NON C'ERA A Ghilarza Irs e Sardigna natzione non c'erano. I rispettivi leader, Gavino Sale e Bustianu Cumpostu, si vedranno a breve insieme a Claudia Zuncheddu (si ipotizzava già questa settimana, ma il vertice slitterà). «Speriamo che l'interlocuzione si allarghi ad A Manca e ad altri», dice Cumpostu, «di sicuro nessuno di noi parteciperà più a iniziative unilaterali. Un partito unico indipendentista non è pensabile, abbiamo mille sfaccettature: ma è necessario lottare insieme per i valori condivisi».
L'appello è rivolto anche al Psd'Az, se non finirà nel centrosinistra. In ogni caso è presto per parlare di accordo elettorale. Irs, per esempio, sembra tenere le mani piuttosto libere, senza escludere contatti col M5S, se non col centrosinistra. Con queste due aree non disdegna un dialogo neppure Claudia Zuncheddu: la fondatrice di Sardigna libera invoca «un vasto fronte popolare» tra le forze «identitarie, sardiste, indipendentiste e di ribellione», ma aperto a «quelle diversità in seno ad alcuni partiti progressisti che hanno condotto battaglie anticoloniali», e al M5S visto come «forza di ribellione».
La consigliera regionale chiede però che tutti gli indipendentisti esprimano una volontà di convergenza: «E già qualcuno, anticipando candidature solitarie, non sta contribuendo a questo processo», aggiunge, pensando probabilmente a Michela Murgia. Vista la legge elettorale sarda, conclude Zuncheddu, andare divisi significa restare fuori dal Consiglio regionale.
PROGRES A Murgia e compagni fischieranno le orecchie, ma la scrittrice va avanti e anzi, è già a buon punto il lavoro sulle liste: oltre a quella di Progres ce ne sarà una di amministratori locali e una della società civile. Agli altri indipendentisti non è stata sbattuta la porta in faccia, ma la disponibilità è per una (quarta) lista unitaria, senza i tradizionali simboli di partito e con candidature innovative.
Difficile che l'intesa si faccia. «La nostra proposta va oltre gli apparati», spiega Franco Contu, segretario di Progres, «e grazie al progetto e alla candidata presidente ha ottime chance. Passiamo dalla protesta a una proposta per il governo della Sardegna, non per una semplice testimonianza». In questo senso è da intendere la disponibilità residua a un accordo con altre forze indipendentiste: «Se qualcuno è ancora interessato alla semplice testimonianza lo rispettiamo, è legittimo, faccia pure. Ma senza di noi».
Giuseppe Meloni

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