Il ricorso degli ambientalisti è stato accolto dal Tar, la prima giornata di caccia è a rischio per un parere necessario, ma non richiesto dalla Regione, all'Istituto protezione Ambiente.
I CACCIATORI Per 60mila doppiette, che aspettavano la “prima” alla stanziale nobile (lepre e pernice) dopo la pausa estiva, l'apertura forse slitterà di almeno una giornata che, se accadrà, andrà persa. L'assessore all'Ambiente Andrea Biancareddu ha convocato per oggi alle 15 il Comitato faunistico per capire come si può intervenire per evitare il rinvio. Ignazio Artizzu (Federcaccia) ribadisce: «Se domenica non si andrà a caccia, lunedì sarò in Procura per presentare un esposto contro ignoti», dice Artizzu. «È inammissibile che gli uffici della Regione non abbiano richiesto il parere dell'Ispra». Ed è stato proprio questo il motivo del ricorso. Ora dovrà esprimersi, modificando il vecchio o elaborando un nuovo calendario a tempo di record, il Comitato faunistico. La strada, però, è tutta in salita perché uno dei motivi della sospensiva è la mancanza del parere dell'Ispra. Per gli ambientalisti il Comitato, quindi, dovrà chiedere questo parere all'Istituto per la Protezione ambientale e solo successivamente produrre un nuovo calendario venatorio, altrimenti potrebbero esserci nuovi ricorsi. Si saprà comunque tutto all'ultimo momento: sabato sera gli occhi saranno puntati sul sito della Regione dove, all'eventuale arrivo del parere Ispra, il calendario sarà ripubblicato. Consentendo, solo in quel caso, la caccia domenica.
IL RICORSO A rivolgersi al Tribunale amministrativo erano state la Lega per l'Abolizione della Caccia (Lac), ha Associazione Vittime della Caccia, Earth. Il Tar, con un'ordinanza, ha accolto la domanda cautelare degli ambientalisti sospendendo l'efficacia del calendario e fissando l'udienza di merito per il 19 marzo, a stagione pressoché finita.
PROTESTE Le associazioni ambientaliste, con Davide Erbì (Enpa), rigettano ogni responsabilità e accusano: «Poiché la sospensione non è che l'ennesima ripetizione di quanto accaduto negli anni precedenti, in quanto frutto di un'assenza di responsabilità, tanto paga la Regione», dice Erbì, «mi chiedo, visto il perseverare, se non sia ravvisabile un comportamento doloso con danni alla pubblica amministrazione, materia d'interesse per la Corte dei Conti».
Lo. Pi.