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L'unione sarda. Giudice di pace addio Il sindaco Pinna: amareggiato e deluso

ORANI. La riforma è in vigore

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ORANI Il Giudice non ha più pace. Con la revisione delle circoscrizioni giudiziarie contenuta nei decreti legislativi 155 e 156 del settembre 2012 anche il futuro dell'ufficio di Orani è ormai segnato. La riforma che prevede il taglio di mille sedi giudiziarie tra tribunali, sedi distaccate, procure e uffici del giudice di pace in tutta Italia è entrata in vigore venerdì scorso.
DESERTO CHE AVANZA Così dopo vent'anni di pratiche svolte nel paese di Costantino Nivola il giudice di pace, quello attuale si chiama Giovanni Sorrentino, dovrà abbandonare la sede di via Nuoro, a pochi passi dal palazzo municipale. I cittadini di Orani non sono i soli a subire i tagli. La soppressione dell'ufficio del giudice di pace riguarda anche Bitti, Bono (provincia di Sassari ma circoscrizione giudiziaria di Nuoro), Dorgali, Gavoi e Siniscola, i cui cittadini dovranno rivolgersi al giudice di pace del capoluogo barbaricino, che già versa in condizioni di caos gestionale. E la situazione è destinata a peggiorare. Nonostante le rassicurazioni del ministro dell'Interno Cancellieri in Sardegna sono state chiuse tutte le sezioni staccate dei Tribunali (Macomer e Sorgono inclusi) e trentatré uffici del giudice di pace.
MALCONTENTO I provvedimenti, che rientrano nel novero dei tagli voluti dal governo, hanno indispettito sindaci, gruppi politici e cittadini. Sgomento e rabbia anche da parte dell'amministrazione comunale di Orani, guidata dal primo cittadino Franco Pinna: «Sono molto amareggiato e deluso: con la soppressione della sede verrà a mancare un servizio fondamentale non solo per la mia comunità ma anche per i centri vicini».
TUTTO INUTILE La voce circolava in paese già da diversi mesi. I sindaci dei Comuni interessati dai tagli si sono incontrati spesso attorno a un tavolo per scongiurare l'ipotesi di chiusura. Invano, dato che il temuto provvedimento si sarebbe potuto annullare solo se le amministrazioni della circoscrizione barbaricina avessero acconsentito di accollarsi le spese. «Si tratterebbe di costi troppo elevati per le già martoriate casse comunali», spiega il sindaco che contesta il modus operandi del governo centrale "perché effettua i tagli ai piccoli Comuni nonostante siano proprio le amministrazioni a risparmiare ed evitare gli sprechi».
Giovanna Falchetto

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